Taglio alle detrazioni fiscali dal 2025 per i più ricchi, nel mirino mutui e istruzione

La Manovra 2025 introduce tagli alle detrazioni fiscali per le famiglie a reddito più alto: nel mirino soprattutto mutui e istruzione, ma anche edilizia e terzo settore

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 25 Novembre 2024 13:29

La Manovra del governo Meloni ridisegna, a partire dal 2025, il sistema delle detrazioni fiscali per i redditi più alti. La stretta riguarda i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro e comporterà significative novità per diverse categorie di spesa. Lo scopo è quello di puntare a una maggiore progressività al fine di risparmiare risorse da reinvestire.

Il nuovo meccanismo andrà a limitare fortemente i benefici per i mutui sulla prima casa, per l’istruzione dei figli e per le spese di manutenzione edilizia. Restano però escluse le spese sanitarie.

I nuovi importi

Per i contribuenti con redditi tra 75.000 e 100.000 euro, il tetto massimo delle detrazioni varia in base alla composizione del nucleo familiare. Le famiglie in cui ci sono più di due figli a carico potranno usufruire di detrazioni fiscali annue per un massimo di 14.000 euro, mentre i single non potranno superare i 7.000 euro.

La situazione si fa più stringente per chi supera i 100.000 euro: in questo caso, il limite alle detrazioni sarà di 8.000 euro con più di due figli e di 4.000 euro per i single.

I coefficienti

Gli importi massimi delle detrazioni verranno modulati tenendo conto di determinati coefficienti:

  • nessun figlio – coefficiente 0,50;
  • con un figlio – coefficiente 0,70;
  • con due figli – coefficiente 0,85;
  • con più di due figli o con almeno un figlio disabile: coefficiente 1.

La nuova impostazione del governo obbligherà i contribuenti delle fasce interessate a selezionare con maggiore attenzione le spese su cui concentrare i benefici fiscali.

Le voci interessate

Le categorie di spesa più penalizzate sono l’istruzione, i mutui per la prima casa, la manutenzione edilizia e le donazioni al terzo settore.

Le detrazioni per l’istruzione primaria, secondaria e universitaria, oltre ai costi per studenti fuori sede, interesseranno circa 6 milioni di contribuenti che attualmente hanno detratto complessivamente 4,1 miliardi di euro all’anno. La spesa media per contribuente è di 3.781 euro. Va segnalato che, tra il 2019 e il 2022, i costi per l’istruzione universitaria sono aumentati del +12,9%, mentre nello stesso periodo i costi per le attività sportive dei giovani sono calati del -14,7%.

Oggi le detrazioni per interessi sui mutui interessano circa 4,3 milioni di contribuenti e per un volume di 4,7 miliardi di euro nel 2022, con una spesa media di 1.112 euro per contribuente (+6% rispetto al 2019).

Esclusioni

Per mitigare l’impatto della Manovra 2025, il governo ha previsto alcune misure transitorie. Saranno escluse dalle nuove regole:

  • i contratti di mutuo stipulati entro il 31 dicembre 2024, che continueranno a godere delle detrazioni previste dal vecchio sistema;
  • le spese di riqualificazione energetica e le spese di manutenzione ordinaria sostenute fino al 2024 compreso, che rimarranno detraibili secondo i vecchi criteri;
  • le spese sanitarie.

I rischi

Con il 42% degli italiani che rinuncia a curarsi a causa delle lunghe liste d’attesa del Ssn e degli alti costi del privato, il governo Meloni ha ritenuto di non tagliare le detrazioni fiscali sulle spese per la salute.

Tuttavia, il taglio di risorse su altri settori strategici come la casa può avere, potenzialmente, dolorisi effetti a lungo termine. Si ricorda, ad esempio, che dopo l’annuncio delle stretta sul Superbonus, l’Ance, per bocca della presidente Flavio Monosilio, ricordò che “ogni miliardo di investimenti occupa tra i 13 ed i 15.000 lavoratori diretti e indiretti”.