Il termine entro il quale versare l’ultima rata del ravvedimento speciale della Tregua fiscale 2023 è il 20 dicembre 2024. Quanti, invece, non dovessero aver aderito a questa misura, hanno la possibilità di accedere ad una tipologia differente di sanatoria, aderendo entro il 12 dicembre 2024 al concordato preventivo biennale.
Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire come funziona questo particolare ravvedimento speciale.
Tregua fiscale 2023, cosa prevedeva
L’articolo 1, comma 174-178, della Legge n. 197/2022 – ossia la Legge di Bilancio 2023 – nell’ambito della Tregua fiscale 2023 aveva introdotto il ravvedimento speciale. Questo istituto permette di regolarizzare in modo spontaneo le eventuali violazioni relative alle dichiarazioni annuali fino al 31 dicembre 2021. Con il Decreto Legge 215/2023, la misura è stata allargata al periodo d’imposta 2022. I contribuenti che avessero aderito al suddetto ravvedimento speciale hanno la possibilità di beneficiare di una maxi riduzione delle sanzioni, che è pari ad 1/18 del minimo edittale.
Per aderire al ravvedimento speciale i contribuenti hanno dovuto regolarizzare la propria posizione effettuando il versamento del quantum dovuto in un’unica soluzione o con il pagamento rateale. Il legislatore, infatti, ha predisposto una serie di piani di ammortamento, che dovevano essere scelti dai richiedenti nel momento in cui accedono alla misura:
- il ravvedimento speciale delle violazioni relative al 2021 e agli anni precedenti previste dall’ex articolo 1, commi 174-178 della Legge 197/2022: il pagamento può essere effettuato in otto rate trimestrali di pari importo. Il primo versamento doveva essere effettuato entro il 31 marzo 2023, mentre l’ottavo ed ultimo entro il 20 dicembre 2024;
- per le violazioni relative all’anno 2021 e ai precedenti, per le quali era prevista la proroga dei termini di pagamento ai sensi dell’ex Decreto Legge n. 39/2024, il quale è stato introdotto per andare incontro ai soggetti che non erano riusciti a rispettare il piano di rateizzazione originario: il primo pagamento o la rata unica dovevano essere versati entro lo scorso 31 maggio 2024. Le successive rate avrebbero dovuto rispettare le seguenti scadenze: 30 settembre 2023, 31 ottobre 2023, 20 dicembre 2023 e 31 marzo 2024. Altre due rate – che dovevano essere maggiorate degli interessi pari al 2% a decorrere dal 1° giugno 2024 – dovevano essere effettuate entro il 30 giugno 2024 e il 30 settembre 2024. Per l’ultima rata c’è tempo fino al 20 dicembre 2024;
- il ravvedimento speciale per le violazioni legate al periodo d’imposta 2022 previste dall’ex Decreto Legge n. 215/2023 impone il versamento in quattro rate con le seguenti scadenze: 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 20 dicembre 2024.
Ravvedimento speciale, la scadenza del 20 dicembre
In altre parole i contribuenti che hanno aderito al ravvedimento speciale relativo alla Tregua fiscale 2023 devono passare alla cassa entro il 20 dicembre 2024. In questo modo provvederanno a sanare in maniera definitiva le violazioni che hanno commesso nel corso degli anni precedenti.
Da un punto strettamente pratico i diretti interessati si devono muovere come segue:
- il versamento deve essere effettuato utilizzando il Modello F24. I codici tributi corretti da inserire nel documento sono stati individuati attraverso la Risoluzione n. 6/2023 dell’Agenzia delle Entrate;
- i contribuenti che avessero dei crediti li possono utilizzare per compensare quanto dovuto. A prevederlo è la circolare n. 2/E del 27 gennaio 2024 del’Ade;
- nel caso in cui il contribuente dovesse saltare il pagamento dell’ultima rata, non perde i benefici sanzionatori, ma non potrà più accedere al beneficio della rateazione: l’amministrazione tributaria iscrive a ruolo l’importo residuo a titolo di imposta ed interessi. Ma, soprattutto, provvederà ad irrogare le sanzioni previste dalla legge per l’omesso versamento.
Le violazioni sanabili con il ravvedimento speciale
Attraverso il ravvedimento speciale introdotto con la Tregua fiscale 2023 i contribuenti hanno la possibilità di sanare in via agevolata alcune violazioni. Alla misura è stato possibile accedere in modo spontaneo, anche se l’Agenzia delle Entrate aveva già provveduto ad avviare i controlli e a notificare gli inviti. Ad ogni modo, non è stato possibile mettere in regola:
- le eventuali violazioni formali e quelle che vengono intercettate dai controlli automatizzati;
- le violazioni relative all’omessa presentazione di una delle dichiarazioni annuali;
- le operazioni relative all’emersione delle attività finanziarie e patrimoniali che sono state costituite e detenute al di fuori dell’Italia;
- tutte quelle violazioni che avrebbero potuto emergere nel corso di un controllo automatizzato;
- le violazioni che si sarebbero potute definire attraverso l’istituto della regolarizzazione delle violazioni formali previste dall’ex articolo 1, comma 166-173 della Legge n. 197/2022;
- gli eventuali illeciti connessi con il monitoraggio fiscale.
Al ravvedimento speciale, invece, è stato possibile accedere per regolarizzare i redditi provenienti dall’estero – comprese Ivie ed Ivafe – purché non sia possibile rilevarli attraverso un controllo automatizzato.
Concordato preventivo biennale, le nuove possibilità
Quanti non avessero aderito al ravvedimento speciale previsto dalla Tregua Fiscale 2023 hanno la possibilità di cogliere l’opportunità data dal nuovo istituto che è stato avviato con il concordato preventivo biennale. I contribuenti, infatti, hanno la possibilità di sanare la propria posizione.
Il nuovo ravvedimento speciale, però, è diverso da quello precedente. Permette a quanti aderiranno al concordato preventivo biennale entro il prossimo 12 dicembre 2024 di sanare le violazioni antecedenti al 2023. La regolarizzazione avverrà a seguito del versamento di un’imposta sostitutiva favorevole. Nella sostanza i due istituti si somigliano, ma le modalità di adesione sono completamente diverse, perché quello avviato quest’anno è legato ad una misura leggermente più ampia, che permette ai contribuenti di concordare le tasse da versare per due anni.
In sintesi
Entro il 20 dicembre 2024 è necessario versare l’ultima rata del ravvedimento speciale legato alla Tregua fiscale 2023. Questo provvedimento, benché il nome sia simile, non deve essere confuso con quello collegato al concordato preventivo biennale, al quale i contribuenti hanno ancora pochi giorni per poter aderire.
Il precedente istituto era stato avviato nel 2023 e ha permesso a molti contribuenti di sanare le proprie pendenze fiscali, andando a rateizzare gli importi che dovrebbero versare all’Agenzia delle Entrate.