Con il quoziente familiare chi ha più figli paga meno tasse

Una delle novità più importanti che arriveranno con la riforma fiscale è il quoziente familiare, che permetterà di pagare meno tasse a chi ha più figli

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come funziona il quoziente familiare e in quale modo può essere utile per pagare meno tasse? Questo strumento è un indicatore che si ottiene andando a dividere il reddito complessivo di una famiglia per il numero dei suoi componenti. I dati che prende in considerazione sono esclusivamente quelli legati al reddito familiare e, a differenza di quanto accade con l’Isee, non si basa anche sulla composizione del suo patrimonio.

Il quoziente familiare è tornato alla ribalta in occasione dei vari commenti rilasciati sulla Legge di Bilancio 2024. In particolare Claudio Durigon ha sottolineato come questa misura possa essere utile per permettere ai nuclei familiari con più figli di pagare meno tasse.

Tra le varie novità previste dalla riforma fiscale, infatti, è stata introdotta la regola di dividere il reddito complessivo di una famiglia per un coefficiente che dipende direttamente dal numero dei suoi componenti, il quale viene corretto basandosi su una scala di equivalenza. Il risultato che si riuscirà ad ottenere in questo modo andrà a costituire la base imponibile sulla quale andranno applicate le aliquote Irpef, che dovrà essere poi moltiplicata per il numero dei componenti della famiglia.

I coefficienti che sono stati assegnati per ogni membro di una famiglia sono i seguenti:

  • 1 per single e per le vedove/i con almeno un figlio a carico;
  • 2 per coppia sposata o convivente;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo.
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • 4 in presenza di terzo figlio (e oltre) o di figli disabili a carico.

Come funziona il coefficiente familiare

Nel momento in cui verrà introdotto il quoziente familiare andrà a ribaltare l’attuale sistema di tassazione, che si basa direttamente sui redditi individuali. La riforma dell’Irpef introduce un’ipotesi di per sé innovativa: prevede, infatti, un modello di tassazione alla francese, che andrà a vantaggio delle famiglie più numerose.

Questa soluzione è stata ideata dal governo Meloni con l’intento di andare ad abbassare le tasse delle famiglie nel momento in cui presentano la dichiarazione dei redditi. L’intento è quello di bilanciare in modo progressivo le imposte che si vanno a pagare sui consumi. Le tasse, attraverso questo nuovo sistema, andranno calcolate sul reddito complessivo delle famiglie, che verrà diviso per il numero dei suoi componenti. Per ogni singolo membro del nucleo viene assegnato un particolare coefficiente o una quota numerica, grazie al quale verrebbe calcolato il quoziente familiare.

Grazie al quoziente familiare il reddito verrebbe determinato basandosi:

  • sul numero dei componenti del nucleo familiare;
  • sulle caratteristiche dei componenti che costituiscono la famiglia.

Il sistema di tassazione, che abbiamo appena visto, si divide per parti: il reddito familiare, infatti, risulta essere tassato per quote. Per riuscire a determinare il quoziente familiare, in estrema sintesi, si deve sommare il reddito dei singoli membri di una famiglia e poi dividere la cifra ottenuta per un numero di parti che risulta direttamente dall’attribuzione di un coefficiente per ogni suo membro.

Il sistema che abbiamo appena visto andrebbe ad avvantaggiare le famiglie con un numero maggiore di figli. E, in un certo senso, diventerebbe un incentivo alla natalità.

Come si calcola il quoziente familiare

Ma cerchiamo di comprendere meglio come si calcola il coefficiente familiare. L’operazione deve essere effettuata seguendo alcune regole ben precise:

  • il passo è determinare il reddito complessivo della famiglia;
  • successivamente deve essere diviso per il numero di parti (quoziente);
  • il reddito familiare diviso quoziente familiare permette di conoscere il reddito a base di calcolo della tassazione;
  • l’ultimo passo è quello di applicare le varie aliquote Irpef sul reddito medio della famiglia. Successivamente si moltiplicano per il numero dei componenti della stessa famiglia.

I coefficienti familiari, che sono stati assegnati ai singoli componenti delle famiglie, risultano essere i seguenti:

  • 1 per single e per le vedove/i con almeno un figlio a carico;
  • 2 per coppia sposata o convivente;
  • 0,5 per primo e secondo figlio;
  • 1 per ogni figlio dopo il secondo;
  • 0,5 per i genitori soli con almeno un figlio a carico.

Il quoziente cambia dal terzo figlio in poi o quando i figli sono disabili: si alza fino ad un massimo di 4.

Come funziona praticamente

Proviamo a fare un esempio pratico di come funzionerà il quoziente familiare. Una famiglia composta da due genitori e due figli, con un reddito complessivo pari a 60.000 ha un quoziente familiare pari a:

60.000 / (2 + 0,5 + 0,5) = 30.000 euro.

I 30.000 euro costituiscono la base imponibile sul quale deve essere calcolata l’aliquota Irpef, che poi deve essere moltiplicata per il numero dei componenti.

Volendo ricapitolare il funzionamento del quoziente familiare, per calcolarlo è necessario:

  • andare a determinare le quote che spettano ad ogni contribuente;
  • provvedere a dividere il reddito in quote assegnate a genitori e figli;
  • calcolare l’imposta effettiva dovuta sul quoziente familiare ottenute da queste quote;
  • moltiplicare l’imposta dovuta per ogni quota e per il numero delle quote stesse.

Cosa cambia con il quoziente familiare

Quali sono i vantaggi del quoziente familiare ? Sicuramente le famiglie con molti figli vedrebbero decrescere l’imposta con l’aumentare dei componenti. Questo avviene perché le aliquote progressive verrebbero applicate sul reddito medio pro-capite e non sul reddito di ogni componente. È prevista inoltre una no tax-area e una riduzione delle aliquote per gli scaglioni più bassi.

Tra gli svantaggi di questo sistema, invece, è il calcolo delle quote che prende in considerazione l’Isee, che dovrebbe essere uno strumento di assistenza sociale. Ogni famiglia dovrebbe essere sostenuta a prescindere dal reddito, con degli incentivi studiati ad hoc.