Lettere del Fisco da gennaio 2026, Pos e registratori di cassa collegati: obblighi e rischi

Dal 2026 Pos e casse dialogano con il Fisco. Ecco chi deve adeguarsi, cosa succede agli esenti e come evitare sanzioni e accertamenti

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Un binomio obbligatorio che promette di accendere i riflettori del Fisco su migliaia di esercizi commerciali. Dal 1° gennaio 2026, l’Agenzia delle Entrate metterà in piena operatività il collegamento obbligatorio tra registratori di cassa telematici e terminali per i pagamenti elettronici. Una misura contenuta nella Legge di Bilancio 2025, pensata per tracciare le transazioni e ridurre il rischio di evasioni.

Ma, per alcuni esercizi commerciali, adeguarsi a questa nuova regola risulta impossibile per problemi logistici. Sono proprio questi i casi in cui l’Agenzia delle Entrate, prima di procedere con l’accertamento fiscale, provvederà all’invio di lettere di compliance.

L’obbligo in arrivo da gennaio 2026

L’obiettivo della norma è creare un flusso automatico di dati in grado di incrociare ogni pagamento elettronico con l’emissione del relativo scontrino fiscale. Per gli esercenti già soggetti all’obbligo di registratore di cassa, la procedura non richiede interventi tecnici onerosi né modifiche a hardware o software.

A partire da marzo 2026 sarà sufficiente:

  • accedere all’area riservata “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • associare la matricola del proprio RT agli identificativi dei Pos in uso, selezionandoli da un elenco messo a disposizione dal Fisco.

Le criticità emergono invece per quegli esercenti che non sono tenuti a dotarsi di un registratore di cassa, come tabaccai, edicolanti o attività legate a giochi e scommesse. Per i pagamenti tracciabili relativi a sigarette, valori bollati o giornali, infatti, non è prevista l’emissione dello scontrino fiscale. In tutte le situazioni in cui l’obbligo del registratore di cassa telematico non sussiste, i terminali Pos non possono essere tecnicamente associati a una cassa.

Le lettere dell’AdE

È in casi come questi che l’Agenzia delle Entrate potrebbe contattare l’esercente e far sapere loro se devono adeguarsi.E lo farebbe con l’invio di lettere di compliance, avvisi con i quali il Fisco invita il contribuente a correggere la situazione fiscale.

L’esercente che le riceverà può contattare l’Agenzia delle Entrate e trasmettere la documentazione che giustifica il mancato collegamento.

Come verificare di essere conformi in 5 mosse

In vista dell’entrata in vigore delle nuove regole, ecco come verificare di essere in regola:

  • verificare che Pos e registratore siano integrabili;
  • aggiornare software e firmware;
  • collegare i flussi di pagamento;
  • testare la coerenza dei dati, verificando che incassi Pos e corrispettivi inviati coincidano;
  • formare chi utilizza la cassa, visto che molti errori nascono da prassi scorrette.

Cosa si rischia

Le sanzioni previste per i soggetti obbligati che non si adeguano sono infatti salate: 100 euro per ogni trasmissione mancante dei dati, fino a un massimo di 1.000 euro a trimestre. A queste si aggiunge, per l’omessa installazione o il mancato collegamento, una multa che va da 1.000 a 4.000 euro. Un conto pesante che gli esercenti “esentati dalla cassa” rischiano paradossalmente di pagare per un obbligo che non hanno.