Fisco aumenta i controlli, +1,1 miliardi di tasse incassati in 9 mesi

Il Fisco registra un aumento delle entrate di 1,1 miliardi grazie agli accertamenti e ai controlli: in crescita imposte e lotta all’evasione

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Gli accertamenti funzionano: il Fisco ha registrato un aumento delle entrate. Dalla voce “accertamento e controllo” dell’ultimo bollettino, il Fisco dichiara di aver incassato +1,1 miliardi di euro (+19%). Secondo i dati, a fare cassa sono maxi accertamenti e l’intensificazione del contrasto alle frodi.

Da gennaio a settembre, invece, le entrate tributarie sono aumentate del 2%, anche se le imposte dirette crescono solo di 807 milioni, mentre le imposte indirette di 7,6 miliardi. I dati però, sono sbilanciati, perché nell’ultimo mese sulle dirette c’è stato addirittura un calo (-2,5% rispetto a settembre 2024).

Entrate tributarie dirette: gli effetti della legge di Bilancio

Tra gennaio e settembre 2025 le entrate tributarie dirette hanno registrato un aumento di appena 807 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta di una crescita contenuta e che risente degli effetti strutturali della legge di Bilancio 2025.

La scorsa Manovra, infatti, ha reso permanenti le misure fiscali introdotte l’anno precedente. Ricordiamo:

  • riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre;
  • l’aumento delle detrazioni per i redditi fino a 15mila euro;
  • nuovi bonus per i lavoratori a basso reddito.

Tutte misure che hanno alleggerito il prelievo fiscale ma anche ridotto le ritenute sui redditi da lavoro dipendente, diminuite di 338 milioni di euro (-2,5% nel solo mese di settembre).

Al contempo, il mercato del lavoro mostra segnali positivi: l’occupazione tra i dipendenti è aumentata dello 0,7% su base annua, mentre le retribuzioni contrattuali sono salite del 2,4% nel privato e del 3,3% nella Pubblica amministrazione.

Redditi da lavoro autonomo, plusvalenze e pensioni

A sostenere in parte il gettito ci sono però le ritenute sui redditi da lavoro autonomo, in crescita di 547 milioni (+5,1%) e soprattutto le imposte sostitutive su capitali e plusvalenze: +1.772 milioni di euro (+12,9%), trainate dall’andamento positivo del risparmio gestito, che a fine 2024 aveva toccato i 2.509 miliardi di euro di patrimonio.

Significativo anche l’aumento dell’imposta sostitutiva sui fondi pensione (+1.238 milioni), dovuto al versamento del saldo annuale 2024.

L’aumento delle indirette: +2,8%

La componente indiretta, invece, nei primi nove mesi del 2025 ,cresce di 7,6 miliardi di euro (+2,8%) rispetto all’anno precedente. La spinta principale arriva dall’Iva, aumentata di 3,5 miliardi (+2,8%), con risultati positivi sia per gli scambi interni (+3%) sia per le importazioni (+1,8%).

A sostenere il gettito sono soprattutto i settori dei servizi privati, dell’industria e del commercio, mentre il meccanismo dello split payment continua a garantire stabilità ai versamenti delle imprese. Tra le altre voci, spicca il balzo dell’imposta di bollo, salita di 2,023 miliardi di euro (+28,8%), legato all’aumento delle transazioni digitali e degli strumenti di risparmio gestito.

Positivi anche i dati sull’imposta di registro (+189 milioni) e sulle accise sui prodotti energetici (+304 milioni), che riflettono la ripresa dei consumi e dei volumi industriali. In controtendenza, invece, l’imposta sulle assicurazioni, in calo di 109 milioni di euro, complice la riduzione dei premi nel ramo auto e la maggiore concorrenza nel mercato.

Accertamenti e controlli funzionano

Un capitolo a parte riguarda le entrate da “accertamento e controllo”, che segnano un incremento complessivo di 1,1 miliardi di euro (+19%).

Le attività di contrasto all’evasione hanno portato 951 milioni in più dalle imposte dirette e 187 milioni dalle indirette, confermando l’efficacia del piano di intensificazione degli accertamenti fiscali e delle misure antifrode.