Sopra i 75mila euro si paga di più, le nuove regole del sistema fiscale

La Legge di Bilancio 2025 introduce un nuovo sistema di detrazioni fiscali per famiglie e redditi elevati, con rate più lunghe e sostegno demografico

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 30 Dicembre 2024 15:16

Quella per il 2025 è una Legge di Bilancio che rimescola le carte del fisco: il sistema delle detrazioni, infatti, subisce un restyling deciso, colpendo senza esitazioni i redditi più elevati e da’ una mano concreta alle famiglie. Tra le novità, parametri inediti per le agevolazioni e un fisco che sembra volersi vestire da alleato per i cittadini.

Detrazioni: la famiglia al centro del calcolo

Secondo la Manovra, chi guadagna oltre 75mila euro dovrà fare i conti con un nuovo algoritmo fiscale che punta tutto sulla composizione familiare. L’importo base, fissato a 14mila euro per redditi fino a 100mila euro e a 8mila per chi supera questa soglia, verrà moltiplicato per un coefficiente variabile. Si parte da 0,50 per chi è senza figli, ma chi ne ha almeno due o un figlio con disabilità accertata può contare su un moltiplicatore di 1.

Le modifiche intendono anche rispondere a una questione demografica sempre più urgente. Con un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa, il governo mira a favorire le famiglie numerose e a incentivare le coppie a fare figli. Una strategia che lega economia e politiche sociali in un tentativo di contrastare l’inverno demografico. Il principio di quoziente familiare, alla base di questa rivoluzione fiscale, è una scommessa che cerca di bilanciare la progressività del sistema tributario con il sostegno alle politiche familiari.

Le spese che restano fuori dal gioco

Alcune spese escono dalla lista dei conti agevolabili per i redditi più elevati. Sanitarie, investimenti in startup e partecipazioni in Pmi innovative: queste voci non concorreranno più alle detrazioni, lasciando un vuoto che potrebbe far storcere il naso a molti. Una decisione che, pur mirando alla semplificazione, potrebbe avere effetti collaterali sui portafogli di chi opera in questi ambiti.

Rate più lunghe, respiri più larghi

Una ventata d’ossigeno arriva per chi fatica a saldare i debiti con il fisco. Dal 2025, il tetto delle rate passa da 72 a 84, con l’obiettivo dichiarato di puntare fino a 120 nei prossimi anni. “L’obiettivo è rendere il sistema fiscale più vicino ai contribuenti”, ha dichiarato il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. Per lui, si tratta di un “cambiamento radicale”, che mira a trasformare lo Stato in un alleato piuttosto che in un ostacolo.

Una Commissione tecnica, guidata da Roberto Benedetti, lavorerà per capire come affrontare il magazzino delle riscossioni e proporre interventi che limitino l’accumulo di crediti fiscali non riscossi. Leo lo ha definito un tassello essenziale per un fisco più efficiente. Il progetto punta a garantire maggiore elasticità per famiglie e imprese, offrendo un orizzonte temporale più lungo per risanare le pendenze fiscali senza schiaccianti penalità.

Un fisco che “si veste” di collaborazione

“È lo Stato che tende la mano a quei cittadini che, nonostante le difficoltà, vogliono tornare ad essere in regola”, ha affermato Leo. Questo nuovo approccio, ha aggiunto, “punta a costruire un fisco amico, non più ostacolo, ma sostenitore e parte attiva del processo di sviluppo della Nazione”.

Le nuove disposizioni, a detta del Vice Ministro, mettono sul piatto una prospettiva che va oltre il mero calcolo economico, puntando a ricostruire un rapporto di fiducia tra Stato e cittadini. Una fiducia che, negli ultimi anni, sembra essere diventata un bene raro, ma indispensabile per far ripartire davvero il Paese. La sfida più grande rimane quella di tradurre queste riforme in risultati tangibili: meno debiti, più investimenti e, soprattutto, un maggiore sostegno per chi si trova a navigare nelle complessità del sistema fiscale italiano.