Detrazioni per i familiari a carico, cosa cambia per il 2025 e quali sono

Alla luce delle novità introdotte dal legislatore, scopriamo come devono essere gestire correttamente le detrazioni per i familiari a carico

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Come devono essere gestite le detrazioni per i familiari a carico? Con la Legge di Bilancio 2025 il governo Meloni aveva deciso di stringere un po’ le maglie di queste agevolazioni fiscali, ma con il recente decreto Irpef-Ires sono state cambiate le carte sul tavolo: è stata ripristinata la possibilità di portare in detrazione tutti i carichi familiari previsti dall’articolo 433 del Codice Civile.

Ma non solo, oltre alle spese che i contribuenti sostengono per i figli ed il coniuge, adesso possono essere portate in detrazione anche quelle per i generi, le nuore, i genitori, i suoceri, i fratelli e le sorelle.

Ricordiamo che quelle previste in precedenza erano circoscritte ai coniugi non separati, ai figli con un’età inferiore a 30 anni, ai genitori e ai nonni, nel caso in cui fossero conviventi. Per i figli con disabilità, invece, non c’erano limiti d’età.

Familiari a carico, quali sono i limiti di reddito

Da un punto di vista fiscale, un familiare per essere ritenuto a carico deve avere un reddito inferiore a 2.840,51 euro all’anno, che sale a 4.000 euro per i figli con un’età inferiore a 24 anni.

Il Governo ha deciso di mantenere i limiti di reddito che sono stati già fissati. Quello che sostanzialmente è cambiata è la platea dei soggetti che rientrano nei familiari a carico e che permettono di ottenere la detrazione del 19% sulle spese che sono state sostenute (le principali sono quelle sanitarie e quelle di studio).

Chi sono i familiari a carico secondo la legge

I familiari a carico sono elencati dall’articolo 433 del Codice Civile e, nel dettaglio, sono:

  • il coniuge;
  • i figli, legittimi, legittimati, naturali o adottivi (nel caso in cui questi dovessero mancare sono compresi i discendenti prossimi, anche naturali, compresi, per esempio, i figli conviventi del coniuge nel caso in cui questo fosse deceduto);
  • i genitori (e, quando questi dovessero mancare, gli ascendenti prossimi);
  • gli adottanti;
  • i generi;
  • le nuore;
  • i suoceri;
  • i fratelli e le sorelle, sia germani che unilaterali (hanno la precedenza i germani sugli unilaterali).

A ogni modo i familiari, per essere ritenuti a carico, devono essere persone conviventi o mantenute economicamente dalle quelle che hanno intenzione di portare in detrazione le spese sostenute. Non devono, inoltre, essere titolari di un assegno di mantenimento di tipo giudiziale.

Gli ex coniugi sono familiari a carico?

L’ex coniuge non è un familiare a carico. Il legislatore, in questo caso, non è tornato sui propri passi. Quando il contribuente sostiene spese per questa persona, non la può far rientrare tra quelle detraibili.

Volendo sintetizzare al massimo la situazione, si può affermare, che da un punto di vista fiscale, l’ex coniuge non è considerato un familiare.

Cosa succede ai figli quando superano i 30 anni

È vero che quando i figli compiono 30 anni non sono più fiscalmente a carico dei genitori?

A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 243 del 15 settembre 2025 (quindi antecedente al decreto del Governo), che ha spiegato che la detrazione massima di 950 euro spetta solo per i figli che hanno un’età compresa tra i 21 ed i 30 anni.

Una volta superata questa età, i genitori non potranno più usufruire delle detrazioni per carichi di famiglia, con la sola esclusione dei figli con disabilità accertata.

La condizione di familiare fiscalmente a carico può essere mantenuta anche oltre i 30 anni, purché il figlio non superi il reddito previsto dall’articolo 2, comma 2 del Tuir.

Sarà possibile fruire delle detrazioni e delle deduzioni per gli oneri e le spese che sono state sostenute nell’interesse del familiare a carico, secondo quanto previsto dall’articolo 15 del Tuir.

Rimane confermato l’obbligo del sostituto d’imposta di indicare nella certificazione unica il codice fiscale del figlio che risulta essere fiscalmente a carico, anche quando il contribuente non ha diritto alle detrazioni per i carichi di famiglia.

Stop alla detrazione fissa in busta paga

Su una cosa il legislatore non è tornato sui propri passi: la detrazione in misura fissa. Una volta era prevista direttamente in busta paga, ora non più.

Le spese che si vogliono portare in detrazione devono essere inserite all’interno del Modello 730 quando si presenta la dichiarazione dei redditi.

Le novità partono già da quest’anno

Non ci sarà bisogno di attendere il prossimo anno per vedere le novità effettivamente operative. Le norme che il legislatore ha inserito nel decreto che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri sono valide già a partire dal 2025.

Pragmaticamente parlando, questo significa che le spese che sono state sostenute quest’anno per i familiari a carico dovranno essere inserite nella dichiarazione dei redditi che si presenterà nel corso del 2026.

Le spese detraibili dei familiari

Rispetto al passato nulla cambia sul fronte delle spese sostenute per conto dei familiari a carico che permettono di ottenere una detrazione, che generalmente è al 19% dell’importo sostenuto. Quelle che possono essere inserite correttamente nella dichiarazione dei redditi sono le stesse previste per il contribuente e includono:

  • le spese sanitarie – in questa voce vi rientrano le visite specialistiche, gli esami diagnostici, le terapie, l’acquisto di farmaci e le spese mediche generiche;
  • le spese per l’istruzione – in questo elenco possiamo trovare i costi sostenuti per la frequenza delle scuole per l’infanzia, le primarie e le secondarie e la detrazione spetta sia per la frequenza dei corsi statali che per quelli paritari;
  • le spese universitarie – sono detraibili le tasse, i contributi e per gli studenti fuori sede anche l’affitto, ma solo quando vengono rispettati alcuni requisiti;
  • le spese per le attività sportive dei più giovani, come la frequenza di palestre e piscine;
  • le spese funebri, ma solo entro determinate soglie di costi;
  • gli interessi per i mutui, ma solo per l’acquisto dell’abitazione principale;
  • le spese per acquistare l’abbonamento ai mezzi pubblici.