Cambiano ancora le regole per Superbonus e Bonus edilizi. Alcuni emendamenti posti al decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023 prevedono due passi indietro, per così dire, da parte del governo Meloni sulla limitazione introdotta alle varie agevolazioni edilizie. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Come molti di voi sanno, con il cosiddetto Decreto Rilancio del 2020 e successive modifiche sono stati introdotti importanti aiuti per tutti quei soggetti che hanno sostenuto, negli anni dal 2020 al 2025, spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine di ricarica.
Per loro, fino al decreto 17 febbraio 2023 con cui il Governo Meloni ha stoppato tutto per via del conto salatissimo a carico delle finanze pubbliche, al posto della detrazione fiscale era stato previsto, alternativamente:
- sconto in fattura: un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, di importo massimo non superiore al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore di beni e servizi relativi agli interventi agevolati. Il fornitore recuperava il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di cedere tale credito ad altri soggetti, inclusi banche e intermediari finanziari
- cessione del credito: cessione del credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, inclusi banche e intermediari finanziari.
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Superbonus e Bonus edilizi: cambiano ancora le regole per il 2023
Poi, con il decreto 17 febbraio, il governo Meloni ha bloccato entrambe le opzioni. Mentre si ipotizza una detrazione in 10 anni, ora, dicevamo, qualche ripensamento c’è già stato e le cose sono cambiate di nuovo.
Per prima cosa, il governo ha deciso di riconoscere 6 mesi in più per completare i lavori del Superbonus con detrazione al 110% per chi possiede unità unifamiliari. Il nuovo termine passa quindi dal 31 marzo al 30 settembre 2023, ma sempre – com’era già prima – a condizione che al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.
Seconda cosa, in merito alla comunicazione per la prima cessione del credito per i bonus edilizi per le spese sostenute nel 2022 e le rate residue delle spese 2020 e 2021, il cui termine di trasmissione all’Agenzia delle entrate è il 31 marzo 2023, è possibile avvalersi del cosiddetto istituto della remissione in bonis anche se l’accordo di cessione – a favore di banche e intermediari finanziari – viene concluso dopo il 31 marzo 2023 (la remissione in bonis è una modalità prevista dalla legge per potere sanare eventuali irregolarità o omissioni).
La prima banca a riaprire la cessione del credito
La buona notizia è che, grazie a queste novità, alcune banche, così come Poste Italiane, hanno annunciato di voler riprendere la cessione del credito. La prima a farlo, ufficialmente, è Unicredit, che ha riaperto, a partire dal 3 aprile, il mercato della cessione dei crediti collegati al Superbonus e gli altri Bonus edilizi in Italia per supportare i cosiddetti “esodati”, cioè tutti quegli operatori che hanno completato i lavori e necessitano di cedere i crediti avendo raggiunto la propria capienza fiscale.
Unicredit ha messo a punto una soluzione che consente a imprese, artigiani e professionisti che abbiano maturato crediti fiscali a fronte di sconto in fattura per spese sostenute nel 2022 di smobilizzare i crediti, ottenendo la liquidità necessaria a proseguire la loro attività.
Attenzione quindi, perché si rischia di far confusione: la riapertura dei crediti in questo caso non riguarda i privati direttamente che stanno ristrutturando casa. Come detto, l’offerta di Unicredit è rivolta esclusivamente a imprese, artigiani e professionisti che abbiano maturato i crediti a fronte di sconto in fattura per spese sostenute nel 2022.
L’acquisto viene effettuato da EBS Finance, società di cartolarizzazione appartenente al Gruppo UniCredit, che li cederà successivamente a clienti terzi.
UniCredit ha già perfezionato anche accordi con 6 importanti player di mercato operanti in diversi settori economici (grande distribuzione, moda, sanità, attività di agenzia del lavoro temporaneo, e produzione/distribuzione di energia) ed è in procinto di stipulare ulteriori 11 accordi, per un controvalore che consentirà l’assorbimento progressivo dei crediti fiscali che la banca acquisterà dai propri clienti, realizzando di fatto una soluzione di sistema imprese-banca-imprese. Altri 11 accordi sono in dirittura di arrivo.
L’ammontare complessivo del credito per singola pratica deve essere superiore a 10 mila euro e inferiore ai 600 mila euro e la pratica deve essere in possesso di tutta la documentazione richiesta nel corso dell’istruttoria, con asseverazioni, attestazioni e visto di conformità per tutte le tipologie di intervento, oltre che il codice univoco.
L’offerta è dedicata a imprese e professionisti titolari di conto corrente presso Unicredit. Per chi non lo fosse, è possibile naturalmente aprire un conto Unicredit nuovo.
Quali crediti si possono cedere e come fare
Possono essere presentate richieste di cessione riferite a crediti:
- derivanti esclusivamente da sconto in fattura
- riferiti a spese sostenute nel 2022 e provvisti di codice identificativo univoco
- con importo compreso tra 10mila euro e 600mila euro.
Saranno oggetto di valutazione pratiche:
- con crediti già maturati secondo i termini previsti dalla normativa fiscale
- in possesso di tutta la documentazione richiesta nel corso dell’istruttoria
- con asseverazioni, attestazioni e visto di conformità per tutte le tipologie di intervento anche se non espressamente richiesti dalla normativa
L’acquisto dei crediti fiscali è subordinato:
- al caricamento della documentazione completa da parte del cliente entro la fine del mese successivo alla creazione del progetto nella piattaforma dedicata all’istruttoria tecnica, messa a disposizione da un fornitore esterno
- alla positiva valutazione della documentazione richiesta in sede di istruttoria
- alla permanenza della capacità di gestione del credito fiscale del Cessionario.
Quanto credito compra la banca
La banca prevede nuovi prezzi di acquisto in linea con il mercato. Se non dovessero esserci ulteriori modifiche, ecco come funzionerà questa operazione:
- Superbonus: 4 anni di detrazioni, la banca acquista l’85,80% del valore nominale del credito di imposta maturato
- Bonus Casa: 10 anni di detrazioni, la banca acquista il 70% del valore nominale del credito di imposta maturato
- Ecobonus e Sismabonus: 10 anni di detrazioni, la banca acquista il 70% del valore nominale del credito di imposta maturato
- Altre iniziative diverse dal Superbonus: 5 anni di detrazioni, la banca acquista l’82,60% del valore nominale del credito di imposta maturato.