Non solo gli insegnati di ruolo hanno diritto alla Carta docenti: il bonus da 500 euro destinato all’acquisto di dispositivi, materiali e servizi per l’aggiornamento e formazione sarà riconosciuto per il 2023 anche ai supplenti. L’estensione del contributo istituito dal governo Renzi arriva al termine di una lunga battaglia legale, portata avanti attraverso diverse cause dei docenti precari.
La battaglia legale
A mettere un punto alla vicenda sarebbe il pronunciamento della Corte di Giustizia europea, chiamata in causa dal Tribunale di Vercelli, secondo il quale destinare il bonus di 500 euro soltanto ai docenti a tempo determinato rappresenta una discriminazione ai danni degli insegnanti precari e una disparità di trattamento ingiustificata perché sulla base del semplice inquadramento contrattuale (qui vi avevamo parlato del nuovo contratto del comparto scolastico).
Fino ad oggi le rivendicazioni sulla Carta dei docenti finite in tribunale sono state valutate caso per caso, tanto che sul sito dedicato al bonus dal ministero dell’Istruzione campeggia l’avviso: “Per eventuali richieste di riconoscimento del bonus Carta del Docente è necessario trasmettere copia della sentenza al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) all’indirizzo di posta certificata dgpersonalescuola@postacert.istruzione.it.”
“La richiesta – si legge ancora – dovrà riportare il codice fiscale del docente ricorrente e le annualità per le quali è stato riconosciuto il contributo. Il Ministero, una volta esaminata la richiesta, la inoltrerà a Sogei che provvederà ad accreditare sul borsellino elettronico le annualità dovute al docente”.
Alla luce della sentenza della Corte di Giustizia europea, per adeguarsi alle disposizioni e scongiurare una multa dell’Ue, il Governo Meloni avrebbe già previsto il riconoscimento del bonus da 500 euro anche al resto della platea dei docenti con una norma denominata “salva precari”, inserita all’interno del decreto legge n. 69 del 13 giugno 2023, “recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”.
Secondo le stime la misura avrà un impatto sulle casse dello Stato per 42 milioni di euro e dovrebbe riguardare 83.967 insegnanti (67.497 docenti precari annuali e 16.470 docenti di religione) con contratto in scadenza il 31 agosto 2023 (qui avevamo già parlato della possibile svolta per il riconoscimento del bonus da 500 euro agli insegnanti precari).
Per sapere quando sarà erogato il bonus da 500 euro sarà necessario attendere i tempi di conversione in legge del Dl n.69/2023 e della sua conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In cosa consiste la Carta docente
Introdotta con la legge 107 del 2016 dall’allora ministero dell’Istruzione, la Carta docente prevede un buono da 500 euro destinato, fino ad oggi, a:
- docenti di ruolo a tempo indeterminato delle Istituzioni scolastiche statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale;
- docenti in periodo di formazione e prova;
- docenti dichiarati inidonei per motivi di salute di cui all’art. 514 del Dlgs.16/04/94, n.297, e successive modificazioni;
- docenti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altrimenti utilizzati;
- docenti nelle scuole all’estero;
- docenti delle scuole militari.
Tramite l’applicazione sviluppata appositamente dal ministero, i beneficiari possono creare i buoni relativo all’acquisto di questi prodotti e servizi, mirati all’aggiornamento e alla formazione degli insegnanti:
- libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
- hardware e software;
- iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione;
- iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
- titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
- titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
- iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015(Buona Scuola).