E’ atteso entro la metà di agosto il decreto per sciogliere il nodo dei crediti incagliati del superbonus al 110%. Lo fa sapere l’associazione “Esodati del Superbonus”, che spiega “grazie al Presidio che per circa 10 giorni ha visto impegnati i nostri attivisti davanti alle porte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il 12 Luglio, siamo stati ricevuti dal Ministro Giorgetti che ha incaricato il suo Consigliere, Dott. Enrico Zanetti, di indire un tavolo tecnico con la nostra Associazione al fine di redigere ed emanare un decreto d’urgenza atto a salvaguardare Committenti, Aziende e Tecnici e a trovare una soluzione per lo sblocco dei crediti fiscali incagliati“.
“La riunione, avvenuta a seguito dell’incontro con il Ministro dell’Economia Giorgetti del 12 luglio – sottolinea l’associazione in una nota – ha avuto un esito molto positivo. Le proposte dell’associazione sono state sviscerate punto per punto e condivise dal dottor Zanetti che ha confermato la volontà di renderle immediatamente concrete, con i dovuti adeguamenti al linguaggio legislativo, attraverso un decreto d’urgenza da emanare entro la metà di agosto. Un atto che avrà l’obiettivo, così come richiesto dall’associazione, di salvaguardare tutti i soggetti che hanno avviato i cantieri fintanto che la norma ha permesso di usufruire dei bonus previsti”.
Per approfondire il tema del nuovo Superbonus è possibile leggere questo articolo. Qui per veder le nuove proposte per tornare al 100% di detrazione.
I crediti incagliati
“Il problema è che molti lavori sono rimasti di fatto a causa delle incertezze legate agli sconti in fattura e alla cessione dei crediti fiscali. Così i lavori – spiega il Quotidiano Nazionale – si sono interrotti e c’è il rischio concreto di strascichi giudiziali, liti civili e perfino fallimenti. Così al ministero dell’Economia si stanno studiando possibili soluzioni per evitare una nuova emergenza. Secondo alcuni calcoli sarebbero circa un milione le famiglie coinvolte nella stretta sul superbonus. Mentre i crediti fiscali ancora incagliati sono circa 19 miliardi”.
Ipotesi moratoria
Allo studio del governo – secondo quanto scrive il Sole 24 Ore – ci sarebbe una moratoria. “Si dovrebbe trattare – spiega il quotidiano di Confindustria – di un blocco delle azioni civili e dei pignoramenti per i soggetti (cittadini, professionisti e imprese) che non sono riusciti a incassare completamente i loro crediti. Ovviamente, si tratta di una misura che va definita senza alterare i principi civilistici di funzionamento del mercato“.
Interventi selettivi e proroga scadenza
Tra le ipotesi più concrete – secondo il QN – ci sarebbero le ipotesi di “interventi selettivi, limitati a chi aveva avviato i lavori o inviato la Cilas nel 2022″ e “la proroga delle scadenze”. Nel primo caso la misura sarebbe rivolta a “una platea ristretta con una durata dell’intervento limitata nel tempo”.
Le richieste sul tavolo
“Tra le richieste – evidenzia il Sole 24 Ore – c’è la cancellazione delle segnalazioni alla centrale rischi dei soggetti inadempienti a causa della mancata liquidazione dei crediti fiscali” e “diverse misure interpretative” come quella sulla “remissione in bonis“ dove “andrebbe precisato che per uno stesso cantiere è necessario pagare solo una volta la sanzione”. Tutte richieste che devono fare i conti con i vincoli di finanza pubblica.