Bonus mamme, come Meloni vuole cambiare gli aiuti per le lavoratrici

Taglio del cuneo e nuove iniziative: ecco come il governo Meloni sta pensando di potenziare il sostegno alle mamme lavoratrici con misure ad hoc e incentivi mirati

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

L’esecutivo intende varare una manovra economica da 23-25 miliardi di euro che si concentrerà quasi sicuramente sulla riduzione del cuneo fiscale per chi ha un salario medio-basso e sul taglio delle aliquote Irpef. Si prevede inoltre un rinnovo di aiuti destinato alle mamme lavoratrici. Il 30 agosto si avranno notizie più certe in quanto la premier insieme a Matteo Salvini e ad Antonio Tajani discuterà i dettagli degli interventi da finanziare. Il nodo resta sempre quello delle risorse necessarie da trovare. Ecco maggiori dettagli in merito.

I nuovi aiuti per le mamme lavoratrici

La ministra del lavoro Calderone ha parlato del taglio del cuneo fiscale e di interventi per le mamme lavoratici. Ha aggiunto, però, che bisognerà “agire con cautela e tenere d’occhio la sostenibilità dei conti”.

Le affermazioni della ministra arrivano dopo quelle di Matteo Salvini che ha elencato le tre misure fondamentali per la Lega. Parliamo dell’ampliamento del congedo parentale retribuito all’80% che offrirebbe un sostegno economico più consistente alle famiglie. Grazie ad esso, infatti, si potrebbero coprire meglio i costi aggiuntivi legati alla cura dei figli piccoli, riducendo il carico finanziario sui genitori e permettendo loro di concentrarsi meglio sul benessere e la crescita dei piccoli.

La seconda misura fondamentale per il Carroccio è l’esenzione totale dei contributi previdenziali per le mamme che fanno due o più figli. Questa ridurrebbe il carico finanziario sui genitori e allevierebbe le pressioni economiche legate alla crescita di una famiglia numerosa. Offrire tali esenzioni sui contributi previdenziali, potrebbe inoltre incentivare le famiglie a considerare la possibilità di avere più figli contribuendo così a contrastare il calo della natalità. Infine, la Lega spinge anche sul potenziamento del bonus asilo nido.

In ogni caso, al momento, l’esenzione contributiva per le mamme lavoratrici con tre o più figli è già prevista per i prossimi due anni. Il problema è che la possibilità di ottenere lo sconto fino a 3 mila euro al mese e del quale beneficiano 570 mila donne scadrà alla fine del 2024 per le madri che hanno solo due figli.

Il nodo delle risorse

Nonostante i buoni propositi, resta sempre il grande interrogativo delle risorse e il compito di risolvere tale dilemma è stato affidato a Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia del governo Meloni. Quest’ultimo, intanto, ha già avviato le consultazioni con i vari colleghi ministri per chiedere di mantenere sotto controllo la spesa. I 23 miliardi previsti per la manovra, infatti, devono ancora recuperare 10 miliardi di risorse.

La strategia messa in campo da Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, e condivisa dal governo si basa su una “gestione prudente dei conti pubblici” e sul “graduale raggiungimento di avanzi primari adeguati”. Anche la Calderone ha confermato tale linea sottolineando quanto sia importante fare delle promesse realistiche e mantenere gli impegni presi per sostenere soprattutto coloro che hanno un basso reddito.

L’attenzione alla stabilità finanziaria, però, potrebbe rendere complicato effettuare delle modifiche nel sistema pensionistico. In merito a esso, però, Salvini ha ribadito di voler superare la legge Fornero ma non ha approfondito la questione legata a Quota 41. Il dibattito sulla riforma delle pensioni continua quindi ad infiammare il panorama politico in quanto ancora non sono state trovate le risorse necessarie per definire un piano concreto. Nel corso dei prossimi giorni sicuramente si avranno maggiori dettagli.