Bonus infissi ridotto al 50%, porte e finistre a metà prezzo ma solo per il 2025

Il Bonus Infissi 2025 consente detrazioni fino al 50% per la sostituzione di porte e finestre, con vantaggi fiscali da sfruttare prima del 2026

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 10 Febbraio 2025 07:40

L’ultima Legge di Bilancio approvata dal Parlamento ha confermato anche per il 2025 il Bonus infissi, l’agevolazione che consente di sostituire porte e finestre all’interno di lavori di ristrutturazione in casa. Bisogna tenere a mente le caratteristiche del bonus per poterlo usare nel modo più conveniente possibile.

In primo luogo va ricordato che l’incentivo non esiste da solo, ma rientra nelle agevolazione per le ristrutturazioni e per migliorare l’efficienza energetica di un’abitazione note come Bonus casa ed Ecobonus.

Come funziona e a quanto ammonta lo sconto

Il bonus consiste in una detrazione Irpef in 10 rate annuali di pari importo. Ci sono delle condizioni indispensabili da ricordare per poterne fruire: gli interventi devono essere eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, censiti o per i quali è stato chiesto l’accatastamento “di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale, merce o patrimoniali”, come spiega l’Agenzia delle Entrate.

La detrazione per l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi è pari al 50%, ma non in tutti i casi. Il 50% vale per le prime case, mentre le seconde si fermano al 36%. Nel 2026 è prevista un’ulteriore riduzione: 36% per le prime case e 30% per le seconde.

Il massimale di spesa con il bonus casa è di 96mila euro. Per ottenere l’agevolazione con l’Ecobonus, i serramenti devono rispettare specifici parametri di trasmittanza termica (Uw), che variano in base alla zona climatica in cui si trova l’immobile. Il massimale di spesa è di 60mila euro per unità immobiliare.

Quali sono gli interventi ammessi con il bonus

Il Bonus casa prevede tre tipi di intervento:

  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione con trasformazione degli ambienti esistenti in zone abitabili.

L’ecobonus serve a eseguire questi interventi:

  • sostituzione di finestre e porte-finestre esistenti con modelli più performanti in termini di isolamento termico e acustico;
  • cambio di infissi con materiali diversi, purché garantiscano un miglioramento dell’efficienza energetica.
  • modifica delle dimensioni delle finestre, a condizione che l’intervento sia parte di una ristrutturazione e non di una nuova installazione;
  • sostituzione di persiane, tapparelle e scuri, ma solo se l’intervento è combinato con la sostituzione delle finestre;
  • installazione di vetri speciali a bassa emissività, che contribuiscono a ridurre la dispersione termica.
  • sostituzione di porte d’ingresso, ma solo se danno accesso diretto all’ambiente riscaldato e rispettano i parametri di trasmittanza termica previsti dalla normativa;
  • montaggio di tende da sole e schermature solari, ma esclusivamente per le superfici esposte a nord e solo se certificati per il risparmio energetico.

Gli interventi non ammessi includono:

  • nuove installazioni di finestre o porte dove prima non esistevano;
  • sostituzione di infissi senza miglioramento dell’isolamento termico;
  • interventi su edifici non riscaldati (garage, cantine, depositi, ecc.).

Chi può usufruire del bonus infissi: i casi

Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti residenti o meno nel territorio dello Stato.

L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese, come:

  • proprietari o nudi proprietari;
  • titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
  • locatari o comodatari dell’immobile;
  • soci di cooperative a proprietà divisa (in qualità di possessori), assegnatari di alloggi e, previo consenso scritto della cooperativa che possiede l’immobile, soci di cooperative a proprietà indivisa (in qualità di detentori);
  • imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce.

I più, hanno diritto alla detrazione, purché sostengano le spese e siano intestatari di bonifici e fatture:

  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il componente dell’unione civile (la legge n. 76/2016, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone dello stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili);
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal primo gennaio 2016;
  • in questi casi, ferme restando le altre condizioni, la detrazione spetta anche se le abilitazioni comunali sono intestate al proprietario dell’immobile.

Nel caso di due comproprietari di un immobile, se la fattura e il bonifico sono intestati a uno solo di essi, ma le spese di ristrutturazione sono state sostenute da entrambi, la detrazione spetta anche al soggetto che non è stato indicato nei predetti documenti, a condizione che nella fattura sia annotata la percentuale di spesa da quest’ultimo sostenuta.