Trump, dopo la fase delle strette di mano con Putin, tra sorrisi tirati e falcate studiate, ritorna a Washington per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei. Il presidente americano continua a spingere perché Kiev rinunci alla Crimea e all’ingresso nella Nato, mentre la capitale ucraina denuncia nuovi bombardamenti e chiede una pace duratura.
Altri temi importanti sono le garanzie di sicurezza e le condizioni di Mosca, con l’Europa intenzionata a difendere l’integrità territoriale di Kiev.
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Trump, le dichiarazioni alla vigilia del vertice con i leader europei
Alla vigilia del confronto con Volodymyr Zelensky e i principali leader europei alla Casa Bianca, Donald Trump ha scelto ovviamente di alzare i toni affidandosi al suo social Truth. Ha scritto che “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente se lo desidera, oppure può continuare a combattere”, chiarendo che non ci sarebbe spazio né per un ritorno della Crimea all’Ucraina né per l’ingresso di Kiev nella Nato.

Poche ore prima del summit nello Studio Ovale, Trump ha rincarato:
Ricordate come è iniziato tutto. Non si può riavere indietro la Crimea data da Obama 12 anni fa senza che sia stato sparato un colpo e non si può entrare nella Nato da parte dell’Ucraina.
Ha aggiunto, anche: “Alcune cose non cambiano mai!!!”.
Le parole di Trump agitano i vertici Ue
Sembra quasi che l’incontro di oggi si apra a giochi fatti. Il messaggio di Trump, arrivato a poche ore dal vertice, ha l’effetto di un macigno sulle cancellerie europee. L’inquilino della Casa Bianca ha cambiato (dopo il fallimento delle telefonate) di nuovo idea e ora la sua linea è che la fine del conflitto dipenderebbe da due scelte dolorose e che non piacciono all’Ue.
Una è l’abbandono della prospettiva di adesione alla Nato, l’altra è la rinuncia alla Crimea, territorio annesso da Mosca nel 2014. Sembra di essere letteralmente tornati ai tempi della guerra fredda, dove i russi non disdegnavano di entrare a Budapest per impedirne l’uscita dal Patto di Varsavia.

Allo stesso modo, le parole di Trump inquadrano con brutalità lo schema negoziale voluto da Washington, lasciando Kiev di fronte a un bivio carico di conseguenze. Va inoltre considerato che Trump tratta direttamente con Putin e rimane pur sempre il leader di una potenza che non accetta imposizioni. Come ha più volte osservato Dario Fabbri, la Russia ha mantenuto un vantaggio sin dal primo giorno del conflitto.
Le tensioni dopo il summit in Alaska
Il leader ucraino arriva al vertice in un momento complesso, con gli effetti a lui sfavorevoli dell’incontro tra Trump e Vladimir Putin in Alaska. Il presidente ha definito quel faccia a faccia una “great meeting in Alaska” e ha parlato di “big progress”, senza però fornire dettagli.
Trump ha respinto le accuse di presunta sconfitta politica dopo l’incontro con lo zar, attaccando i media americani: “Da tre giorni i media mainstream continuano a dire che ho subito una grave sconfitta…Queste persone sono malate!”, ha scritto su Truth.
Secondo fonti americane, Putin avrebbe chiesto all’Ucraina la cessione di parte del Donetsk, ricco di risorse, in cambio di una tregua nelle zone di Kherson e Zaporizhzhia, dove le forze russe non hanno ottenuto progressi significativi.
Una giornata di colloqui a Washington
Oggi la Casa Bianca si prepara ad accogliere un vertice ad alta intensità diplomatica. Oltre a Zelensky, Trump incontrerà i leader europei, tra cui Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.
Trump avrà un bilaterale con Zelensky alle 13.15 ora locale (19.15 in Italia), poi accoglierà i leader europei alle 14.15 e successivamente la foto ufficiale prima dell’incontro multilaterale fissato per le 15 (21 italiane).
Macron, Starmer, Merz, Meloni e Von Der Leyen intendono riaffermare che l’integrità territoriale dell’Ucraina non è negoziabile e che ogni ipotesi di cessione di territori occupati resta inaccettabile. Secondo fonti diplomatiche, a Washington verrà discusso anche il nodo delle garanzie di sicurezza che gli Stati Uniti potrebbero offrire in caso di accordo.
Zelensky cerca sostegno dagli alleati
Arrivato a Washington, Zelensky ha rimarcato che la sua strategia resta quella di vincolare Mosca a una pace stabile grazie all’asse con Stati Uniti ed Europa. Ha scritto su X:
Sono grato al presidente degli Stati Uniti per l’invito. Condividiamo tutti il forte desiderio di porre fine a questa guerra in modo rapido e affidabile.
Ha poi insistito: “La pace deve essere duratura. Non come anni fa, quando l’Ucraina fu costretta a cedere la Crimea e parte del Donbass, e Putin lo usò come trampolino per un nuovo attacco”. Un chiaro avvertimento agli alleati: concedere territori significherebbe ripetere gli errori del passato.
Zelenskyy ha ricordato che la Costituzione ucraina vieta cessioni territoriali, mentre rivendicava i progressi militari a Donetsk e Sumy.
Gli ucraini combattono per la loro terra, per la loro indipendenza. La Russia deve porre fine a questa guerra, che lei stessa ha iniziato.
Parole che, lette in chiave trasversale, provano a rafforzare la posizione negoziale di Kiev, ma mostrano anche il peso di una guerra in cui la sproporzione con Mosca resta evidente.
L’ipotesi di nuove garanzie di sicurezza
Non tutto è perduto. Secondo l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, per la prima volta Vladimir Putin avrebbe accettato che Stati Uniti ed Europa possano garantire la sicurezza dell’Ucraina all’interno di un’intesa. Non si tratterebbe di un ingresso formale nell’Alleanza Atlantica, ma di un meccanismo che riecheggia l’articolo 5 della Nato, quello che prevede la difesa reciproca tra alleati.
Zelensky ha accolto con favore questo passo, ringraziando gli Stati Uniti per il segnale arrivato da Washington, ma ha subito chiesto chiarimenti su come funzionerà e su quale sarà il ruolo concreto di americani ed europei.
Intanto, il segretario di Stato Marco Rubio ha osservato che per arrivare a un’intesa vera entrambe le parti dovranno cedere qualcosa:
Per fermare i combattimenti, se vogliamo essere onesti e seri, entrambe le parti dovranno concedere, ed entrambe dovranno aspettarsi di ottenere qualcosa in cambio.