Combattere una guerra vuol dire anche concentrare la maggior parte degli investimenti pubblici in armi e finanziamenti destinati a rispondere agli attacchi del nemico. L’Ucraina, al contrario delle aspettative di Putin, sta facendo fronte al conflitto bellico resistendo e proteggendo la capitale, Kiev, e si sta muovendo anche, sopratutto sul piano internazionale, nel chiedere aiuti concreti per fermare i piani di espansione del Cremlino.
Dopo aver chiesto la “no-fly zone” (qui vi abbiamo spiegato perché tale concessione da parte della NATO scatenerebbe di fatto una terza Guerra Mondiale), Zelensky si è rivolto agli investitori esteri per cercare di mettere insieme quante più risorse possibili, destinate appunto a pagare le spese di guerra.
Il ricorso ai war bonds
L’Ucraina venderà “titoli di guerra” per finanziare le forze armate, lo ha dichiarato il governo di Zelensky, che a partire da martedì 8 marzo prevede di cedere obbligazioni finalizzate a finanziare le forze armate mentre difendono il paese dall’invasione russa.
Su Twitter, per esempio, il Ministero delle Finanze dell’Ucraina ha dichiarato: “Nel periodo dell’aggressione militare della Federazione Russa, il Ministero delle Finanze offre a cittadini, imprese e investitori stranieri di sostenere il bilancio dell’Ucraina investendo in titoli di stato militari“. I funzionari dell’economia ucraini hanno anche cercato di rassicurare gli investitori internazionali sul fatto che il Paese non andrà in default e che i debiti esistenti verranno puntualmente ripagati.
Cosa sono i titoli di guerra e come aiuteranno l’Ucraina
I war bonds sono strumenti di debito (obbligazioni) emessi dai governi per finanziare operazioni militari e la produzione in tempo di guerra. Solitamente, tendono a essere emessi con sconto e con rendimenti inferiori agli attuali livelli di mercato. Anche durante la prima guerra mondiale i titoli di guerra erano disponibili per l’acquisto da parte di investitori.
Per finanziare gli aumenti delle spese militari i governi potrebbero anche stampare più denaro, ma mettere più soldi liquidi in circolazione aumenta l’inflazione, tanto che potrebbe diventare insostenibile per l’economia. Per mitigare le pressioni inflazionistiche, quindi, si emettono obbligazioni, garantendo con velocità capitali fin da subito disponili.
Prestiti e sovvenzioni da parte della Banca Mondiale
La Banca Mondiale ha affermato che il suo consiglio di amministrazione ha approvato – in data lunedì 7 marzo – un pacchetto di prestiti e sovvenzioni da 723 milioni di dollari per l’Ucraina (più di 660 milioni di euro), fornendo così un sostegno concreto al governo di Zelensky per combattere l’invasione russa.
Il pacchetto include un prestito pari a 350 milioni di dollari, erogato in supplemento al precedente prestito della Banca Mondiale, che è stato aumentato di circa 139 milioni di dollari attraverso garanzie dai Paesi Bassi e dalla Svezia, ha affermato la banca in una nota. E a proposito di Paesi che hanno espresso il loro appoggio all’Ucraina, qui quelli inseriti nella “lista nera” di Putin.
Tra i finanziamenti destinati a coprire le spese di guerra, anche 134 milioni di dollari erogati in sovvenzioni da parte di Gran Bretagna, Danimarca, Lettonia, Lituania e Islanda nell’ambito di un fondo fiduciario che continuerà a ricevere contributi per conto dell’Ucraina. Il Giappone fornirà invece un finanziamento parallelo di 100 milioni di dollari. Stiamo parlando quindi in totale di più di 200 milioni di euro.
I prestiti di sostegno al bilancio della Banca Mondiale, in genere, non comportano restrizioni su come possono essere spesi i fondi, ma in questo caso i funzionari hanno affermato che il sostegno “a erogazione rapida” serve per aiutare il governo ucraino a garantire servizi essenziali, pagare gli operatori ospedalieri, finanziare le pensioni e continuare i programmi sociali.