Che Capodanno sarebbe senza Cenone? Secondo un’indagine del Centro studi di Confcooperative, gli italiani quest’anno spenderanno 1,7 miliardi per il Cenone di San Silvestro, e cioè 300 milioni in più rispetto al 2020. Innegabile come il superamento della crisi pandemica abbia modificato le abitudini nostrane, indirizzandone verso un certo ritorno alla normalità. I numeri però non mentono: la cifra è più bassa di 400 milioni in confronto alla spesa del Capodanno pre-Covid.
Sei italiani su dieci rimarranno a casa per il cenone
La maggior parte dell’aumento della spesa in confronto allo scorso anno, secondo l’indagine, è dovuta sia al +8% dell’importo delle tredicesime (44 miliardi rispetto ai 41 miliardi del 2020 frutto di un recupero parziale sull’occupazione e un minor impatto della Cassa integrazione sui redditi), che all’occasione di poter festeggiare San Silvestro con parenti e amici. Eventualità che l’anno scorso è stata certamente più difficile per via del lockdown e il limite di ospiti da poter invitare.
Secondo i dati raccolti, infatti, tre famiglie su cinque quest’anno prepareranno cene in casa per almeno dieci persone. Sei su dieci resteranno a casa per il conto alla rovescia e il brindisi, sebbene ci sia la possibilità di festeggiare il Capodanno al ristorante o nelle piazze. Tuttavia, un italiano su tre ha cancellato le vacanze fissate in precedenza a causa dell’aumento dei contagi di Covid-19 degli ultimi giorni.
I piatti più serviti sulle tavole degli italiani
Molti italiani ceneranno con pietanze acquistate al ristorante: una famiglia su 4. La maggior parte, però, cucinerà in casa, prediligendo sulle eccellenze agroalimentari made in Italy e su cene che seguono la tradizione. Tra i prodotti più diffusi ci sono vongole e frutti di mare per i primi piatti (90 milioni di euro); pesce per i secondi (270 milioni di euro); carne, insaccati e uova (300 milioni di euro); vini, spumanti e prosecco (295 milioni di euro); frutta, verdura e ortaggi (240 milioni di euro). Pasta, pane, farina e olio (160 milioni di euro). Immancabile per molti il tagliere dei formaggi freschi e stagionati italiani (95 milioni). Per concludere i dolci: panettone e pandoro, ovviamente, e altre specialità regionali (285 milioni di euro).
Tra tradizione e innovazione le bollicine italiane restano una conferma
Secondo Confcooperative ci sono diverse scuole di pensiero, in cucina a seconda delle fasce d’età: tra gli over 50 sono predilette le ricette tradizionali o di famiglia. I più giovani, invece, preferiscono l’innovazione, consultando blog e app per mettersi ai fornelli e dare vita a piatti estrosi. Infine, per quanto riguarda il brindisi sarà costituito da bollicine italiane: saranno stappate circa 60 milioni di bottiglie di spumante e prosecco italiani.
L’Italia rimane infatti sempre prima al mondo nella produzione mondiale di vini spumanti sia metodo tradizionale (3,1 % del totale) sia metodo italiano. Le prime stime sulla chiusura d’anno 2022: a fronte di una produzione intorno a 870 milioni di bottiglie, per un valore di 3,3 miliardi di euro, sono attesi consumi (Docg, Doc, Igp e VS) di 855-865 milioni di bottiglie per un fatturato mondiale al consumo di 7,3 miliardi di euro. L’Italia è dunque sempre più vicini al record della Francia, ma solo grazie a distribuzione, commercio, importazione.