Dopo le minacce all’Occidente, la Russia è per la prima volta in difficoltà con il pagamento dei propri debiti, così il presidente Vladimir Putin è stato costretto a fare un passo indietro, venendo meno agi obblighi che lui stesso aveva imposto con l’emanazione di un apposito decreto.
Dopo il tentativo – non andato a buon fine – di pagare delle obbligazioni in dollari usando i rubli, con importanti rischi cui sarebbe andata incontro Mosca qualora non avesse regolarizzato la propria posizione in tempo, il piano a cui stava lavorando il Cremlino per aggirare i divieti e le sanzioni Ue, ricevendo comunque i soldi per la guerra (qui per approfondire), sembrava confermare l’intenzione dello zar di non cedere. Nelle ultime ore, però, lo scenario è cambiato e Putin ha dovuto rivedere le proprie posizioni.
Russia in difficoltà, così Putin vuole evitare il default finanziario
Non è la prima volta che la Russia rischia il default. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, che doveva durare pochi giorni, il governo è stato isolato a livello economico e commerciale, e ha dovuto fare i conti con tutta una serie di sanzioni che hanno scatenato una crisi senza precedenti.
La situazione, però, si è complicata dopo che i pagamenti in rubli di due obbligazioni denominate in dollari sono stati bloccati all’inizio di aprile. Il Paese, pertanto, rischiava di diventare insolvente e, quindi, di andare inevitabilmente incontro al fallimento. Per evitare questo, allora, il ministero delle Finanze russo ha annunciato venerdì 29 aprile che avrebbe provveduto a inviare i pagamenti in dollari a Citibank.
Il primo pagamento è stato di 564,8 milioni di dollari per un Eurobond del 2022 e l’altro è stato di 84,4 milioni di dollari per un’obbligazione del 2042. In questo modo Putin è venuto meno alle regole imposte dai lui stesso con un decreto approvato a fine marzo, con il quale imponeva a cittadini e aziende sul territorio di non ricevere o inviare denaro in valuta estera per qualsiasi tipo di compravendita. L’unico pagamento accettato, infatti, sarebbe stato il rublo.
L’ultimatum alla Russia e il passo indietro di Putin
La Russia aveva già tentato di pagare in rubli le obbligazioni in scadenza il 4 aprile, ma i pagamenti sono stati respinti ed è stato concesso un periodo di 30 giorni per provvedere a regolarizzare. Adesso che i debiti, come richiesto, sono stati pagati in dollari, la scadenza del 4 maggio verrà rispettata e si eviterà il default storico.
Il passo indietro del governo russo, riguardo questa posizione, è un chiaro segnale di difficoltà, anche se, sul fronte militare, Putin è deciso a non fermarsi e a mettere in pratica i suoi programmi di espansione. La sua strategia principale continua a essere la minaccia (ai Paesi della Nato, a quelli confinanti con l’Ucraina persino all’intero Occidente). Recentemente ha dichiarato di essere disposto a ricorrere ad armi mai utilizzate, ma è davvero pronto a tutto o si tratta di propaganda finalizzata a spaventare i propri avversari?