Pagamenti sotto i 30 euro, attenzione a questa novità

Pos, si cambia: commissioni più basse sulle transazioni sotto i 30 euro e commissioni vicine allo zero sulle transazioni fino a 10 euro. Siglato il protocollo fra gli operatori del settore

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’obiettivo è spingere gli esercenti a ridurre le commissioni sulle transazioni di importo modesto, ovvero quelle fino ai 30 euro e, in particolare, quelle di importo fino ai 10 euro. Questo, eventualmente, potrebbe convincere tanti italiani ancora scettici ad abbandonare il contante in favore dei pagamenti digitali.

Commissioni Pos sotto 30 euro: si punta ad abbassarle

Abi, Apsp, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe si sono dunque incontrati presso il ministero dell’Economia per siglare un protocollo d’intesa, il cui contenuto è poi stato benedetto dall’Agcom.

Questo il nome ufficiale dell’accordo: “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”.

L’accordo, che coinvolge associazioni degli esercenti, dei circuiti di pagamento e dei gestori delle carte di credito, è il risultato di trattative complesse e lunghe ben 7 mesi. Non si tratta di un’intesa giuridicamente vincolante, ma è il primo importante passo i cui effetti saranno misurabili nei mesi a venire.

Commissioni Pos sotto 10 euro: l’obiettivo è cancellarle

L’applicazione dell’accordo permetterà, lo ribadiamo, di ridurre sensibilmente le commissioni per le transazioni sotto ai 30 euro. Ma l’effetto sulle transazioni sotto ai 10 euro sarà quello di azzerare, quasi, le commissioni. Il passo successivo sarà, in prospettiva, cancellare del tutto le commissioni per le transazioni sotto ai 10 euro.

Alla base del protocollo ci sono iniziative commerciali che andranno pubblicizzate per almeno 6 mesi e che non dureranno meno di 9 mesi.

Sono tre gli attori dell’accordo:

  • Abi e Apsp (rispettivamente, Associazione bancaria italiana e Associazione prestatori servizi di pagamento) che si impegnano a fare opera di suasione;
  • i loro associati, ovvero le banche e gli operatori dei servizi di pagamento elettronico, che sono invitati ad accogliere i moniti di Abi e Apsp;
  • e, infine, gli esercenti ovvero chi svolge attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, tenuti ad accettare pagamenti con Pos e che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro. Il cuore dell’accordo consiste nel permettere a tali soggetti di godere di tariffe ridotte per le transazioni di importo modesto.

L’Associazione bancaria italiana invierà a breve una circolare alle banche convenzionate contenente le linee guida per l’attuazione del protocollo. Ma non solo: per commercianti, ristoratori, albergatori e Pmi sono previste informazioni chiare e dettagliate che li aiutino a comprendere quali sono i costi previsti nei contratti che vengono stipulati con le banche e con i gestori dei circuiti di pagamento. Lo scopo è quello di rendere consapevoli le partite Iva così da permettere loro di saper confrontare le offerte e, dunque, poter individuare l’offerta più vantaggiosa. Il Pos ha infatti costi fissi e commissioni. Per raggiungere tale scopo, nell’ottica di aumentare la trasparenza, il protocollo impone l’uso di un format standardizzato per riassumere i termini delle offerte commerciali.

Pos con commissioni basse: il risparmio

Secondo Confesercenti l’accordo potrebbe far risparmiare fino a 500 milioni di euro l’anno in provvigioni. Le transazioni digitali intanto continuano a crescere. La speranza è che l’accordo possa fungere da ulteriore spinta.

Marco Di Giacopo di Confesercenti afferma che “la strada da percorrere è quella giusta, ma non è conclusa: ora deve essere resa strutturale la misura”.