Tanti pareri contrari che hanno portato a una situazione di stallo, ma l’intenzione di dire addio ai motori endotermici è ancora ben presente in Europa, con la minaccia dello stop alla produzione nel 2035 che fa tremare e non poco. Il futuro dell’automotive, si sa, sarà elettrico, ma non ci sono ancora le infrastrutture necessarie per poter affrontare un salto che, al momento, sarebbe di certo al buio e in un vuoto che potrebbe provocare un fragoroso tonfo.
Ecco allora che, dopo essersi imposto già nell’Ue, che il governo italiano detta le proprie condizioni per l’elettrico. Una serie di compromessi che, seppur dando il parere positivo al futuro full electric, non possono di certo diventare realtà nelle scadenze al 2035 pensate dall’Unione.
Italia elettrica, ma a una condizione
A svelare quello che è il pensiero del Governo sulla tanto dibattuta tematica dello stop ai motori termici in Europa a partire dal 2035 è stato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Presente al FORUM Automotive a Milano, Pichetto Fratin ha sì condiviso l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti e salvaguardare il clima e l’ambiente, ma ha sottolineato ancora una volta come la data del 2035 non deve essere visto come un obbligo assoluto.
“No al 2035 come data fissa per lo stop a tutti i motori termici, senza alternative” ha sottolineato il ministro come le vecchie auto a benzina e diesel. Ha spiegato, infatti, che l’obiettivo “è la decarbonizzazione, ma decidere adesso quale sia l’unica maniera per perseguirla è limitante”.
Pichetto Fratin ha quindi ribadito che esistono delle alternative al passaggio netto da endotermico a elettrico: “Un’alternativa allo stop è considerare anche l’utilizzo di biocarburanti, e-Fuel e anche dell’idrogeno a quella data. Credo che la via maestra sia quella dell’elettrico, dobbiamo affrontare questa sfida anche se non è l’unica tecnologia che può rappresentare il futuro”.
Il pensiero del ministro Pichetto Fratin
Nel corso del suo intervento il ministro ha quindi spiegato che con l’evoluzione tecnologica non poche potrebbero essere le alternative sul tavolo, per l’Italia e per i Paesi membri dell’Ue. Al FORUM Automotive ha quindi sottolineato: “Il mondo va avanti, la ricerca va avanti, noi come Italia siamo anche produttori di biocarburanti, quindi ci siamo opposti nell’ultima riunione in ambito di consiglio europeo: abbiamo detto a noi non sta bene la data fissa del 2035 per il divieto di immatricolazione delle auto a combustione interna, a meno che insieme all’elettrico non mettiate dentro anche i biocarburanti”.
Una netta presa di posizione quella dell’Italia e del ministro, che ha ancora una volta ribadito i molti dubbi riguardo la data, che potrebbe essere troppo vicina. Tra le alternative proposte da Pichetto Fratin anche quella dell’utilizzo dell’idrogeno “potrebbe essere un carburante diretto per i motori endotermici”, ma anche “il nucleare di ultima generazione, gli small reactor di cui fino a pochi anni fa non si parlava e ora sono il futuro di quel settore”.
Resta comunque il dubbio della filiera per la transizione energetica, con un sistema produttivo che, secondo il ministro, dovrà essere accompagnata nel migliore dei modi verso questa svolta.
Nel corso del suo intervento, poi, ha parlato anche degli incentivi auto, che secondo il ministro dovrebbero essere resi più efficaci. E come primo passo l’obiettivo potrebbe essere eliminare tutti i mezzi Euro 0, 1 e 2 dalla circolazione sulle nostre strade.