Il Governo pensa al piano contro i rincari al supermercato

Possibili controlli a tappeto per far luce sull'aumento dei prodotti nonostante i costi di produzione siano diminuiti: ecco in cosa consiste il piano del Governo

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Fare la spesa al supermercato è ormai diventato davvero complicato in Italia, con i prodotti sugli scaffali che costano ormai sempre di più. Colpa della crisi economica, dell’inflazione e dei rincari connessi, con le tasche degli italiani che si svuotano sempre più e i carrelli che si riempiono sempre meno. A parità di spesa economica rispetto al 2022, infatti, quest’anno alla stessa cifra si comprano la metà delle cose, se non addirittura meno.

E allora tra l’emergenza sul caro affitti e i vari aiuti che vengono elargiti agli italiani, il Governo starebbe pensando di attuare un piano per cercare di frenare la crescita a dismisura dei prezzi tra le corsie dei supermercati. Per farlo ha intenzione di attuare un monitoraggio dopo il quale verranno presi dei provvedimenti.

Dalla pasta al gelato, quanti rincari

A far suonare il campanello d’allarme sono stati alcuni rincari che hanno insospettito e non poco l’esecutivo in primis e poi anche la Guardia di finanza. Chi frequenta assiduamente i supermercati, infatti, non può non aver notato come notato come negli ultimi mesi il prezzo di determinati prodotti sia lievitato in maniera considerevole.

Esempi? Su tutti la pasta, le uova, lo zucchero, il latte e persino il gelato. Ma cosa ha causato questi rincari? Di certo non l’aumento della materia prima come il grano, che secondo le ultime rilevazioni costa 32-36 centesimi al kg e la cui produzione ha avuto addirittura una diminuzione dei costi del 30%. Insomma, com’è possibile che diminuendo i costi di produzione aumentano quelli di vendita? Oggi la pasta costa il 17,5% rispetto allo scorso anno, con prezzi che variano dai 2,3 euro al chilo a Milano fino all’1,49 euro di Palermo.

Una situazione più volte denunciata da Coldiretti che non ci sta a questo tentativo delle grandi aziende di fare la cresta sul consumatore finale. Sulla stessa linea anche i dati dell’associazione dei consumatori Assoutenti, che stilando la mappa ufficiale delle città italiane più care per la pasta si è resa conto di una netta disparità e gap tra i vari territori del Bel Paese, con addirittura città come Siena in cui il prezzo è aumento del 58,4%.

Accelerano però anche i prezzi di beni come uova (+17%), latte (+21%) e zucchero (+54%), ma anche il gelato che segna un rincaro del +23% rispetto al 2022, come riportato da un’analisi di Coldiretti sulla base di dati Istat.

In cosa consiste il piano del Governo

Partendo però dall’analisi di Coldiretti sul prezzo della pasta paragonato ai costi di produzione del grano, il campanello d’allarme risuona forte e il Governo vuole vederci più chiaro. Ecco perché allora l’esecutivo avrebbe messo sotto la lente d’ingrandimento i listini e gli aumenti registrati nell’ultimo periodo, cercando di trovare una spiegazione logica.

L’obiettivo del Governo sarebbe quello di mettere in piedi un monitoraggio sul mercato e far scattare controlli a tappeto da parte della Guardia di finanza per scovare chi specula sul prezzo finale. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha quindi deciso di dare mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida. Una riunione che servirà a chiarire quale sia stata la dinamica dei prezzi che ha suscitato allarme tra i consumatori.