Gazprom taglia il gas in Europa e fa affari d’oro in Asia

Il colosso energetico russo fa la sua contromossa e punta (quasi) tutto sull'Oriente. Nel frattempo i flussi verso l'Europa registrano un brusco calo da inizio anno

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Mentre decine di nazioni in giro per il mondo isolano politicamente ed economicamente la Russia per l’invasione dell’Ucraina, il Cremlino non perde tempo e stringe legami commerciali con un grande Paese che finora non si è ufficialmente schierato né a favore né contro. E lo fa in relazione a una materia prima che sta tenendo in scacco mezzo pianeta: il gas.

L’accordo di Gazprom in Asia

Trovando porte sempre più socchiuse in Europa, il flusso del gas russo si dirige massiccio verso l’Asia. Negli ultimi giorni Gazprom ha compiuto un nuovo passo verso il più grande accordo di fornitura con la Cina, verso la quale gli approvvigionamenti sono aumentati a dismisura da gennaio a oggi mentre il vicepresidente di Gazprombank fugge e combatte con Kiev. Rispetto al 2021, si parla di un sorprendente +60%, erogato attraverso il gasdotto Power of Siberia.

Secondo Bloomberg, il gruppo russo controllato dallo Staro ha firmato un contratto per progettare il gasdotto Soyuz Vostok che, attraverso la Mongolia, arriverà in Cina. Se a questo dovesse seguire anche un nuovo accordo di fornitura, il gigante asiatico potrebbe vedere arrivare fino a 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno.

L’operazione consentirebbe inoltre al colosso energetico di potenziare l’interconnessione tra le sue “autostrade” di gasdotti verso Ovest e verso Est. Un’opportunità non di poco conto, che permetterebbe alla Russia di reindirizzare il gas verso l’Asia dai siti che ora alimentano solo l’Europa.

Le forniture in Europa: tutti i numeri

L’intesa con la Cina consentirebbe a Mosca di ridurre la dipendenza di Gazprom dal blocco europeo, che al momento rappresenta il più grande acquirente di gas russo. I numeri evidenziano tuttavia una situazione in rapido e profondo cambiamento, con le esportazioni di gas verso l’Ue diminuite del 26,9% da gennaio a oggi rispetto allo stesso periodo del 2021 per cui ci si chiede se l’Italia sia autonoma da questo punto di vista.Un calo a dir poco brusco, che coinvolge anche la Turchia. Le forniture totali sono scese a 50,1 miliardi di metri cubi. Nel fornire i dati, Gazprom ha tuttavia precisato che continuerà a fornire gas “nel pieno rispetto degli obblighi contrattuali”. E che, nello stesso periodo, la produzione di gas in Russia è scesa del 2,5% su base annua a 175,4 miliardi di metri cubi. Anche le consegne nel mercato interno sono diminuite (del 3,7%), “principalmente a causa del caldo di febbraio”.

Gazprom ha poi spiegato che le riserve di gas nei depositi sotterranei europei ammontano a 6,9 miliardi di metri cubi. “Per raggiungere l’obiettivo dell’Ue di riempire gli impianti di stoccaggio al 90%, le compagnie dovranno pompare altri 56 miliardi di metri cubi di gas”, ha osservato la multinazionale.

Quanto guadagna la Russia con il gas

Nel frattempo i prezzi dell’energia in Europa sono sempre più alti. Nel 2021 Gazprom ha registrato un utile netto da record, 13 volte superiore rispetto all’anno precedente e stimato in 2.159 miliardi di rubli (quasi 28 miliardi di euro ai tassi attuali). Un risultato determinato dalla forte crescita della domanda di idrocarburi per i quali ci si chiede quindi quanti e quali paesi pagano in rubli.

Il colosso russo ha infine dichiarato che, nonostante la guerra in atto, sono proseguite le forniture di gas naturale all’Europa attraverso i gasdotti in territorio ucraino, in linea con le richieste dei consumatori europei.