La costruzione della nuova pista da bob a Cortina D’Ampezzo non avverrà. Per le gare di bob, slittino e skeleton previste per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, si sta cercando una soluzione all’estero. Questa notizia è stata comunicata da Giovanni Malagò, presidente del Coni, durante una sessione del Comitato Olimpico Internazionale a Mumbai. Malagò ha informato che il governo ha ritirato il suo sostegno al progetto della nuova pista.
Il CIO ha condiviso questa decisione, e la presidente della Commissione di Coordinamento, Kristin Kloster Aasen, l’ha definita “responsabile”. Inoltre, il presidente del Coni ha rivelato che il governo ha preso questa decisione due giorni fa. Attualmente, l’Austria è la principale candidata a sostituire l’Italia, e Karl Stoss, presidente del Comitato Olimpico Austriaco e membro del Cio, ha dichiarato che l’Austria sarebbe felice di offrire il suo supporto.
Dove si terranno adesso le gare di bob
Negli ultimi due anni, diverse città si erano proposte come possibili ospiti per le competizioni di bob. In particolare, il Piemonte e Innsbruck, in Austria, avevano manifestato interesse. A luglio, quando la procedura di selezione delle candidature non aveva ricevuto alcuna proposta, il sindaco Georg Willi di Innsbruck aveva contattato la Fondazione Milano Cortina, l’ente organizzatore delle Olimpiadi, offrendo di utilizzare la pista da bob di Innsbruck e chiedendo un finanziamento di 12,5 milioni di euro per adattare le strutture. Dopo l’annuncio di Malagò, il presidente del Comitato olimpico austriaco, Karl Stoss, ha dichiarato il suo sostegno, affermando che l‘Austria potrebbe essere un potenziale candidato.
C’è già una pista da bob a Cortina, ma sarebbe stata necessaria una ristrutturazione significativa per conformarla agli standard attuali. Il contratto di costruzione prevedeva un periodo di lavoro di 807 giorni, mentre mancano ancora circa 830 giorni all’inizio delle Olimpiadi. Inoltre, la pista dovrebbe essere completata molto prima, entro la fine di novembre 2024, per consentire test e prove necessari per ottenere la certificazione dal CIO. Nell’ultimo anno di costruzione, erano previste altre opere, come tribune, strutture per i media e spazi per gli atleti.
All’inizio dell’anno, era stata effettuata una modifica anche per altre discipline. La Fondazione Milano Cortina aveva deciso di spostare le competizioni di pattinaggio di velocità delle Olimpiadi invernali del 2026 da Baselga di Piné, in provincia di Trento, a Milano, nella zona nordoccidentale della città tra i comuni di Rho e Pero. Questa scelta è stata determinata dai costi elevati associati alla ristrutturazione dell’impianto trentino.
Quanti soldi sono stati spesi
Ma quanti finanziamenti sono stati investiti nella pianificazione di una pista da bob, senza riuscire a trovare un’impresa che potesse completarne la costruzione? Ora che il progetto sembra essere stato definitivamente abbandonato, la questione non sembra affatto irrilevante, considerando gli investimenti già effettuati. Attorno alla “Eugenio Monti” c’è stato un fiorire di progetti, ognuno dei quali ha avuto un costo, il cui calcolo si perde in mille rivoli contabili. Secondo un’indagine del Fatto Quotidiano, sono stati assegnati contratti per oltre 5 milioni di euro, nonostante la pista da bob non sarà costruita. Ma andiamo con ordine.
Nel 2019 la società per azioni Coni Servizi ha sviluppato uno studio di prefattibilità, anche se poi scoprirono che doveva essere modificato per problemi di sicurezza (le velocità erano eccessive). Quindi la Regione Veneto ha costituito un gruppo di progettazione in proprio che si è avvalso anche di Envicom Associati di Padova (spesa 24.849 euro), Son.Geo di Erto e Casso (spesa 107.591 euro) e Nexteco srl di Thiene (47.494 euro). Nel 2021 sempre la Regione ha affidato lo studio di fattibilità delle alternative a Dba Pro di Santo Stefano di Cadore (spesa 88.925 euro). Nel 2022 è sempre stata la Regione ad affidare con delibera di giunta la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento alla società Planungsbüro Deyle GmbH di Stoccarda, con una spesa di 167.232 euro (responsabile unica del procedimento era una dirigente regionale).
Gli affidamenti sono avvenuti tramite direttive o gare d’appalto per attività progettuali delegate a terzi o attività accessorie. Ecco alcuni esempi: 56.000 euro per la progettazione degli edifici, 33.600 euro per la realizzazione di un modello in scala della pista, 101.000 euro (Conteco Check srl) per una parte del progetto esecutivo, 25.500 euro per un progetto tridimensionale, 28.841 euro (Multiproject srl) per il monitoraggio ambientale, e 56.030 euro (Studio Galli) per la progettazione esecutiva di opere stradali.
Le quote più sostanziali, per un totale di 4,5 milioni di euro, riguardano servizi di architettura, ingegneria edile e realizzazioni infrastrutturali, ma non sono specificate ulteriormente e superano le soglie comunitarie. Il lotto con una base d’asta di 1.050.000 euro è stato assegnato a Seingim Global Service di Ceggia (Venezia) e Cooprogetti di Pordenone. Il lotto del valore di 1.350.000 euro è stato assegnato a un consorzio composto da quattro imprese: Lombardini di Milano, Gae Engineering di Torino, Icis srl di Torino e Paisà di Ravenna. Infine, il lotto del valore di 2.100.000 euro è stato assegnato a una Associazione Temporanea di Imprese (ATI) composta dallo Studio Martini di Mogliano Veneto e Parallab di Padova.
Il caso dello spot pubblicitario: girato prima della costruzione
Un “video pubblicitario iconico” della durata di poco più di un minuto è un esempio delle spese inutili. Questo video, che narra in inglese una storia di 70 anni legati alla pista Monti, è costato 39.957 euro, nonostante la pista non verrà mai costruita. Inizialmente, il costo totale stimato per la realizzazione della pista, suddiviso in tre lotti, era di 124,7 milioni di euro, con finanziamento completo. Tuttavia, il primo lotto, che consisteva nell’eliminazione del vecchio tracciato, ad eccezione di alcune curve, per ottemperare alle richieste della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali, è stato eseguito da Noldem spa, una ditta piemontese precedentemente coinvolta nella realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Il secondo bando, del valore di 118,4 milioni di euro, incluso l’importo di 82 milioni destinati alla costruzione effettiva dell’impianto, è rimasto senza partecipanti, in seguito al ritiro di WeBuild e del Gruppo Pizzarotti. Di conseguenza, la pista non verrà mai realizzata.
Quanto al terzo lotto, del valore di 2,5 milioni di euro, che riguardava il recupero degli edifici e delle strutture storiche della pista olimpica del 1956 e che avrebbe dovuto trasformarsi in un museo sulla storia del bob e sulle medaglie di Eugenio Monti, è probabile che non si realizzi più.