Chi era Leonardo Del Vecchio e come ha fatto a diventare l’uomo più ricco d’Italia

Leonardo Del Vecchio è morto a 87 anni: dall'infanzia ai guadagni con Luxottica che lo hanno fatto diventare l'uomo più ricco d'Italia

Pubblicato: 27 Giugno 2022 19:00

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il mondo dell’imprenditoria italiana piange per la morte di Leonardo Del Vecchio, mente eccelsa dell’economia del Bel Paese e fondatore di Luxottica. Il triste annuncio della morte di Del Vecchio è arrivato lunedì 27 giugno 2022, al termine di una grave polmonite non legata al Covid che lo ha fatto spegnere, all’età di 87 anni, all’ospedale San Raffaele di Milano.

Fondatore del gruppo, nonché presidente di EssilorLuxottica, il nome di Leonardo Del Vecchio è da sempre stato legato a quello dell’azienda che produce e commercializza occhiali. Grazie al suo fiuto imprenditoriale, l’87enne è stato per anni l’uomo più ricco d’Italia e soltanto qualche mese fa, secondo le ultime stime di Forbes, ha ceduto il trono a Giovanni Ferrero.

Leonardo Del Vecchio, patrimonio e guadagni

Con i suoi oltre 25 miliardi di dollari di patrimonio Leonardo Del Vecchio è stato per anni l’uomo più ricco d’Italia. Il titolo, datogli da Forbes, è frutto di anni di imprenditoria e guadagni giunti grazie a Luxottica, la sua creazione che dal 1967 a oggi è stato fiore all’occhiello del made in Italy degli occhiali. Grazie al fiuto per gli affari e ad accordi che hanno portato posizioni vantaggiose all’azienda, Del Vecchio aveva un patrimonio che andava ben oltre i soldi presenti nel conto in banca.

L’87enne, infatti, lascia in eredità diverse abitazioni e proprietà ai sei figli: dalla casa di Milano nella quale viveva, passando per le ville in America, fino alla Ferrari, il jet privato e lo yacht Moneikos diverse sono le ricchezze di proprietà dell’imprenditore. Tra i beni di maggior valore, oltre l’azienda stessa, c’è appunto quello yacht costruito da Codecasa nel 2006, progettato da Anna Dellarole dello Studio Dellarole, che può ospitare 16 persone e un equipaggio di 16 persone.

Com’è diventato l’uomo più ricco d’Italia

Fino a qualche mese fa, come detto, Del Vecchio era al primo posto tra i miliardari più ricchi d’Italia, mentre oggi è scivolato al secondo posto alle spalle di Giovanni Ferrero, portandosi al 62° posto tra gli uomini più danarosi al mondo. Ricordiamo che, nonostante la pandemia, c’è stato il boom di miliardari nel nostro paese: se ne sono aggiunti di nuovi a quelli che c’erano prima arrivando a quota 51. Tornando all’imprenditore, non si è trattato di fortuna o eredità familiare, ma di lungimiranza e fiuto per gli affari.

Nato nel 1935 a Milano da una famiglia di origine pugliese, Del Vecchio si è fatto le ossa a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica produttrice di medaglie e coppe, per poi iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e incisione. Imparato il mestiere da giovane, Del Vecchio ha poi deciso di aprire una piccola bottega a Agordo, in provincia di Belluno, quella che di lì a poco sarebbe diventato un vero e proprio colosso.

Sono infatti passati pochi anni prima della grande intuizione, la fondazione di Luxottica che cominciò a produrre semilavorati per altri produttori. Nel 1967 il passo della produzione propria, con i primi occhiali del marchio che arrivano poi addirittura fino in America. Il suo fiuto per gli affari, come detto, lo porta a diventare nel 1995 il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale e nel 2000 arriva anche la quotazione a New York.

Il gran lavoro porta Leonardo Del Vecchio a fatturare milioni su milioni, che poi diventeranno miliardi, ma senza mai dimenticare da dove è partito. Ecco perché nel 2011, in occasione del 50° anniversario di Luxottica, regalò ai dipendenti azioni gratuite per un valore complessivo di 7 milioni di euro, mossa ripetuta sette anni fa, in occasione dei suoi 80 anni, quando regalò 40mila azioni dal valore di 9 milioni ai suoi 8mila dipendenti italiani.