Allarme gas in Italia: le riserve sono sotto la soglia? Cosa succede adesso

In un mese le scorte sono passate da oltre il 95% all'88%, e c'è preoccupazione nell'aria per la penuria di gas in piena stagione invernale

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Dagli inizi della guerra in Ucraina la preoccupazione generale per l’Europa è stata quella degli approvvigionamenti di gas, con i vari stati membri che hanno iniziato la corsa alla diversificazione e a fonti diverse dalla Russia. Il Cremlino ha infatti subito risposto con minacce sul gas alle sanzioni da parte del blocco occidentale, utilizzando le forniture come arma per disincentivare l’appoggio dell’Ue a Kiev. E proprio sulla carenza di materia prima stiamo leggendo titoli allarmistici sulla casta stampata e sul web. Ma è davvero così?

Quanto gas abbiamo conservato in Europa

Con l’arrivo della stagione fredda in tutta Europa, le scorte di gas iniziano a risentire sensibilmente dei picchi di consumi per la necessità di riscaldare case ed esercizi commerciali. Dal 31 ottobre all’8 dicembre gli stoccaggi dell’Unione Europea sono calati dal 94,3% a 1.053,22 TWh all’89,41% a 1.000,28 TWh. In 38 giorni i Paesi comunitari hanno dunque bruciato circa 53 TWh di energia.

A diminuire sono state anche le scorte di gas in Italia, che dal 95,32% a 184,4 TWh di fine ottobre sono scese all’88,6% a 171,38 TW. Abbiamo bruciato dunque oltre 13 TWh. Un calo inferiore è stato osservato in Germania, dal 98,52% a 241,62 TWh al 95,04% a 233,92 TWh, con il consumo di 7,7 TWh, mentre la Francia ha bruciato 10,32 TWh, con un calo dal 99,79% a 132,33 TWh al 91,33% a 122,01 TWh.

Gli italiani risparmiamo più gas

Con gli stoccaggi di gas al 100%, e dovendo fare affidamento solo su essi, l’Italia potrebbe sopravvivere con i consumi medi invernali per meno di due mesi. Il rapido calo avvenuto a novembre – e solo in una parte, viste le temperature ancora miti della novembrata – deve dunque metterci in allarme? Avremo gas naturale sufficiente per tutto l’inverno?

Dall’ultimo report elaborato dall’Ispi dal ricercatore Matteo Villa, che monitora da mese gli andamenti della materia prima, si evince che a parità di temperature registrate nello stesso periodo tra il 1° novembre e il 6 dicembre negli ultimi 4 anni, dal 2019 al 2022, la curva dei consumi di gas quest’anno non è aumentata allo stesso modo rispetto agli anni passati.

Nel 2022 è rimasta “significativamente più bassa” rispetto ai tre anni precedenti, con un decremento dei consumi di gas di circa 15 milioni di metri cubi al giorno a parità di temperatura, ovvero un risparmio di circa il 10% sui consumi medi giornalieri. Gli italiani dunque stanno evitando di accendere i riscaldamenti a lungo e consumare più gas del dovuto, in linea anche con le raccomandazioni ministeriali.

Nella Penisola non si risparmia il gas solo per senso civico e amore per l’ambiente, ma anche e soprattutto per gli aumenti vertiginosi dei prezzi finali e l’inflazione che hanno messo in ginocchio gli italiani. Il prezzo del gas è diminuito, ma alle pompe di carburante si notano ancora rincari, e nel mentre arriveranno bollette ancora più alte, come spiegato qua.

Tornando alle scorte, dobbiamo anche tenere conto che in Italia il gas continua ad arrivare, e dunque non facciamo esclusivamente affidamento sugli stoccaggi che nella stagione invernale, com’è logico che sia, vengono consumati più velocemente. A oggi importiamo il gas principalmente dall’Algeria e dall’Azerbaigian, e solo in piccola parte dalla Russia. Se Mosca dovesse chiudere i rubinetti, dunque, non ci sarebbero grossi rischi per l’Italia.