Che la guerra lampo immaginata da Mosca per rovesciare il governo ucraino e insediarne uno ‘amico’ fosse sostanzialmente fallita lo si era capito già nella prima settimana di guerra. Ora i russi concentrano il proprio attacco su Mariupol, a sud, con il probabile intento di unire le zone del Donbass e la Crimea per poi sedersi ad un tavolo negoziale con qualche carta da giocare. Ma le città ucraine continuano a resistere, ed un Putin impantanato rischia di divenire ancora più temibile qualora si trovasse con le spalle al muro e senza una vera via d’uscita. Anche perché questa guerra rischia sempre più di presentare un conto pesante anche alla Russia.
10mila morti russi?
La Komsomolskaya Pravda, un “tabloid pro-Cremlino”, ha riferito che secondo il ministero della Difesa di Mosca sarebbero “9.861 i soldati russi mortii” dall’inizio della guerra in Ucraina e “16.153 quelli rimasti feriti”. Lo scrive il Moscow Times. L’informazione era stata inclusa in un articolo pubblicato sul sito web della Komsomolskaya Pravda domenica sera, ancora accessibile online ma che al momento risulta modificato, senza più il riferimento alle presunte cifre delle vittime. “Il nostro sito è stato vittima di un tentativo di hackeraggio” – ha comunicato sul proprio canale Telegram la Komsomolskaya Pravda.
L’articolo sulla Komsomolskaya Pravda è stato scoperto, tra gli altri, da Yaroslav Trofimov, corrispondente-capo per gli esteri del Wall Street Journal e nel frattempo ripubblicato su Twitter da molti utenti. “L’ultima cifra ufficiale russa, il 2 marzo, era di 498, affascinante che qualcuno abbia fatto trapelare” cifre ben superiori, ha osservato Trofimov su Twitter.
Kiev: “Russi con scorte per altri 3 giorni”
Nel suo ultimo rapporto operativo pubblicato dall’ANSA, l’esercito di Kiev afferma che “secondo le informazioni disponibili, le forze di occupazione russe che operano in Ucraina hanno scorte di munizioni e cibo per non più di tre giorni”. I funzionari hanno affermato che la situazione è simile per il carburante e hanno sottolineato l’incapacità della Russia di organizzare un gasdotto per soddisfare le esigenze delle truppe come esempio del loro fallimento logistico.
Biden: “Putin pronto a uso armi chimiche”
La strategia americana, in proposito, sembra sempre più quella di alzare il tiro. Le parole del presidente Biden sono un crescendo di accuse tutt’altro che diplomatiche, da “Putin criminale di guerra” di qualche giorno fa all’ipotesi di utilizzo di armi chimiche ora che la Russia sarebbe con le spalle al muro. Le accuse russe che Kiev abbia tali armamenti “sono false” e un “chiaro segnale” che Vladimir Putin “starebbe valutando di usarli entrambi” nella guerra, ha affermato Biden. Il suo omologo russo sarebbe infatti “con le spalle al muro” e “sta preparando nuove operazioni sotto falsa bandiera”, secondo il leader Usa.
Biden ha poi confermato che la Russia ha utilizzato anche missili ipersonici nei bombardamenti in Ucraina. Ma “con le stesse testate impiegate sugli altri missili non fanno molta differenza, tranne che per il fatto che è quasi impossibile intercettarli”, ha sottolineato il presidente americano. Della stessa opinione l’intelligence del Regno Unito, riportata sempre dall’ANSA. “È altamente improbabile che lo schieramento di missili ipersonici Kinzhal influisca materialmente sull’esito della campagna russa in Ucraina”, afferma il vicemaresciallo della Royal Air Force (Raf) Mick Smeath, addetto militare alla Difesa britannica.