Nonostante la ricerca scientifica abbia compiuto e stia compiendo passi da gigante (come nel campo della diagnosi precoce), quella dei tumori resta una piaga drammatica per milioni e milioni di persone. E lo è anche per governi e istituzioni non solo a livello umano, che resta il più importante, ma anche in ambito economico.
L’Europa è una delle aree del mondo più colpite. Nel 2024 l’Ue esaminerà lo stato di attuazione del Piano per la lotta contro il cancro e gli organizzatori chiedono di prestare attenzione alle nuove prospettive per la prevenzione e le cure per i tumori, per i vaccini e per i trattamenti di quelli prevenibili, come l’Hpv, nonché per promuovere l’alfabetizzazione sanitaria sia tra gli Stati membri sia all’interno degli stessi.
L’oblio oncologico è legge, Italia più avanti dell’Europa: cosa cambia per gli ex malati di tumore.
Quanto costano i tumori all’Europa
Nel complesso, i tumori costano ai sistemi sanitari dell’Unione europea una cifra spaventosa: oltre 200 miliardi l’anno. Il dato è stato reso noto da Thomas Hofmarcher, dell’Istituto svedese per l’Economia della Salute, in occasione della quinta edizione dell’European Cancer Forum, organizzato da MSD in collaborazione con organizzazioni come Cancer Patients Europe. Secondo l’Istituto sindacale europeo (Etui), una parte importante di questa somma finisce sulle spalle di lavoratori e famiglie, per un totale stimato tra i 5 e i 10 miliardi di euro.
La somma considera i costi diretti (costi sanitari per il trattamento del cancro e non sanitari derivanti direttamente dalla malattia) e i costi indiretti (perdita economica derivante dal tempo speso per ricevere le cure). Ancora più gravi e radicati sono però i costi umani o intangibili, e cioè le perdite umane e la ridotta qualità della vita, il dolore fisico, la sofferenza, l’ansia e l’angoscia derivanti dalla malattia.
Ogni anno nell’Ue oltre 1,3 milioni di persone muoiono di tumore. Incrociando i dati forniti dalla letteratura scientifica, si stima che il 2 e il 12% dei decessi sia da attribuire all’esposizione professionale ad agenti cancerogeni. Le forme tumorali più frequenti colpiscono polmone, mammella e vescica.
Uno studio italiano rivela il punto debole di uno tra i tumori più temuti.
Il Piano Ue per la lotta contro il cancro
Secondo la Commissione Ue, l’Europa rappresenta un decimo della popolazione mondiale, ma conta un quarto dei casi di cancro nel mondo. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro afferma che, in mancanza di un intervento mirato, questi numeri sono destinati ad aumentare di oltre il 24% entro il 2035. A quel punto il cancro diventerà la prima causa di morte nell’Unione europea. Per questo Bruxelles nel 2021 ha inaugurato il Piano europeo di lotta contro il cancro: 4 miliardi di euro di finanziamenti, compresi 1,25 miliardi provenienti dal Programma EU4Health. “Mi piacerebbe vedere una legislazione anche a livello Ue che riconosce flessibilità sul lavoro dopo la diagnosi di tumore”, ha dichiarato Marzia Zambon, direttrice di Europa Donna, la coalizione europea sul tumore al seno (entro il 2030 arriveranno i primi vaccini contro tumori, Hiv, malattie cardiache e autoimmuni).
“Le nostre ricerche mostrano che circa un cittadino su due ha difficoltà a trovare le informazioni giuste”, ha denunciato Kristine Sorensen dell’International Health Literacy Association. “Rilanceremo l’azione per combattere il cancro ai polmoni”, ha invece affermato l’europarlamentare Cristian Busoi (Romania, del Partito popolare europeo), che alla fine del 2022 aveva proposto l’invito ad agire sul tema. “È essenziale che in Europa non ci siano pazienti di serie A o B, tutti devono essere trattati con lo stesso standard”, ha concluso Alexander Roediger, vicepresidente associato di MSD.