Azioni Tesla al ribasso, crollo in Borsa e calo delle consegne

Le azioni Tesla hanno subito fluttuazioni nel 2024, raggiungendo 1.500 miliardi di capitalizzazione, ma scendendo a 1.300 miliardi tra dubbi sul futuro

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 3 Gennaio 2025 09:42

Il 2024 si è chiuso con una sfida che somiglia più a un testa a testa tra Tesla e Byd, due giganti che si contendono il trono dei veicoli elettrici. La casa di Elon Musk tiene campo per un soffio, con una distanza di appena 24.000 unità dalla rivale cinese.

Byd è l’antagonista del colosso di Musk, è una macchina competitiva sia a livello di prestazioni che di prezzo. Descritta da molte testate come “la più europea delle macchine cinesi”, continua a rafforzarsi proprio in questi territori con una crescita costante e una strategia espansiva che punta a consolidare la sua presenza in mercati chiave come l’Europa e l’Asia.

Produzione record, ma il vento cambia per Tesla

Tesla ha messo in vetrina numeri impressionanti negli ultimi mesi del 2024: 459.000 veicoli prodotti e oltre 495.000 consegnati. Ma dietro i record, emerge una realtà meno brillante: per la prima volta, le consegne annuali calano, fermandosi a 1.789.226 unità. Un minimo calo, parliamo dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Ma è un risultato ben al di sotto delle ambiziose previsioni di 2 milioni fissate da Musk.

Byd accelera e alza l’asticella

La cinese Byd, nel frattempo, ha giocato al rialzo, chiudendo il 2024 con 4,25 milioni di veicoli venduti. Di questi, 1,76 milioni sono completamente elettrici, un risultato che spinge la crescita complessiva al 41%. L’aumento del 73% nei modelli ibridi plug-in racconta di una strategia vincente che ha saputo intercettare i bisogni di un mercato in evoluzione.

Tesla, il borsino di Wall Street e i nodi al pettine

Tesla, dal canto suo, ha vissuto un anno di montagne russe in Borsa, toccando i 1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione prima di scendere a 1.300 miliardi. I dubbi degli investitori si concentrano su una gamma di modelli considerata ormai datata, mentre il tanto atteso veicolo “low cost” è ancora una promessa. Sul tavolo anche le scommesse sui robotaxi e sulla guida autonoma, due fronti ancora da consolidare.

Negli Stati Uniti, Tesla non è più il dominatore incontrastato: la sua quota di mercato è scesa sotto il 50%, con General Motors e Ford che si fanno sempre più aggressive. In Europa, la situazione non è migliore, con un calo del 15% nelle immatricolazioni e la pressione di marchi come Volkswagen e Skoda. E poi c’è la Cina, dove il mercato è sempre più dominato dai produttori locali, ora vicini al 70% della torta.

Il mercato italiano e la crisi europea dell’automotive

L’Italia chiude il 2024 con un mercato in leggero calo, pari allo 0,5%. Stellantis ha registrato una performance particolarmente negativa, con una flessione del 9,9% nelle vendite annuali, con Fiat che nel mese di dicembre ha perso oltre il 40%. Ma c’è chi va in controtendenza: Toyota e Bmw hanno guadagnato terreno grazie alla loro offerta ibrida e innovativa.

In Europa, il quadro è cupo. Volkswagen ha annunciato il taglio di 35.000 posti di lavoro, mentre la filiera produttiva ha visto una perdita di 30.000 occupati. La difficoltà di adattarsi ai cambiamenti tecnologici pesa su molti marchi storici. Al contempo, il ritardo nella diffusione di infrastrutture adeguate per la mobilità elettrica aggrava una transizione già di per sé complicata.

Byd: la mina vagante

Byd è il nuovo outsider del mercato italiano. Con 2.900 immatricolazioni nel 2024, ha superato marchi storici come Lancia, guadagnandosi la fiducia dei consumatori grazie a una tecnologia avanzata e a un’offerta moderna. La rete di concessionari, in piena espansione, punta a consolidare questo successo nei prossimi anni.

Il produttore cinese non si limita all’Italia: in Europa, Byd sta stringendo accordi con partner locali per ampliare la rete di distribuzione e rafforzare la propria presenza. L’obiettivo è chiaro: trasformarsi in un attore dominante in un mercato che è ancora in evoluzione.