Più telefoni e meno cibo, come cambiano i consumi delle famiglie italiane: i dati Confcommercio

Lo studio dell'Ufficio studi di Confcommercio rileva un ritorno dei consumi in Italia ai livelli pre-Covid e delinea come è cambiata la spesa delle famiglie negli ultimi 30 anni

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Lo sviluppo tecnologico degli ultimi 30 anni ha rivoluzionato i consumi delle famiglie italiane, con cibo e vestiti a fare spazio nel carrello della spesa a telefoni e viaggi. È quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Ufficio studi di Confcommercio che ha tracciato come sono cambiate le abitudini di consumo nel nostro Paese, registrando un boom del +6.500% sulla spesa pro capite in termini reali dei cellulari.

Com’è cambiata la spesa negli ultimi 30 anni

Come rileva lo studio dell’associazione delle imprese, infatti, a partire dal 1995 la spesa di telefonini e smartphone è stata la tendenza che ha fatto registrare l’impennata maggiore tra gli acquisti degli italiani insieme alla tecnologia in generale, come Pc, prodotti audiovisivi e multimediali, che hanno fatto segnare un aumento del +962%.

Altro settore in forte crescita è stato quello dei viaggi, del tempo libero e dei servizi legati alla cultura, con un +90% negli ultimi 30 anni, mentre nello stesso periodo è calata la spesa sui prodotti considerati più tradizionali come alimentari e bevande (-10,6%), abbigliamento (-3,9%), mobili ed elettrodomestici (-3,5%) e il consumo di elettricità e gas (-16,6%). Questo grazie anche alla riduzione degli sprechi e alle politiche di risparmio energetico portate avanti negli ultimi anni dalle istituzioni a livello italiano ed europeo.

“In un arco temporale di quasi trent’anni – sottolineano dall’Ufficio studi – al netto dell’esplosiva crescita della telefonia, solo i consumi legati alla fruizione del tempo libero presentano, in termini quantitativi, una progressiva tendenza all’incremento”.

Secondo l’analisi di Confcommercio, in generale, dal 2008 la spesa per consumi delle famiglie è in continuo calo, anche se nel 2023 i volumi sono tornati ai livelli pre-pandemia.

Ancora in ritardo rispetto a prima dell’emergenza Covid-19, invece, la filiera turistica, viaggi e vacanze, pasti e consumazioni fuori casa, sebbene gli ultimi anni abbiano fatto registrare continui record di presenze.

“Quest’anno i consumi legati al tempo libero e quelli nella filiera turistica daranno un forte contributo alla crescita – ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – Ma la nostra economia è ancora in una fase di incertezza. Molto dipenderà dalla tenuta dell’occupazione, dalla riduzione dell’inflazione, dagli investimenti del Pnrr, dall’andamento della stagione turistica. E soprattutto dalla piena attuazione della riforma fiscale che può sostenere redditi e consumi delle famiglie”.

La crescita dei consumi nel 2024

Da quanto rilevato dall’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio, nel 2024 la spesa per consumi delle famiglie è di 21.778 euro pro capite, in salita rispetto ai 21.250 euro pre-Covid del 2019, ma superiore anche ai 21.558 registrati nel 2023. Il livello dei consumi degli italiani rimane però ancora sotto l’ultimo picco fatto segnare nel 2007, di 21.916.

“Nonostante la stima di una moderata crescita anche nel 2024 la spesa per abitante, tenendo quindi conto dei mutamenti interventi sul versante della popolazione residente in riduzione da alcuni anni, a prezzi costanti sarà, infatti, inferiore di quasi 200 euro” rispetto al 2007.

Se si prendono nel dettaglio le principali voci di spesa di quest’anno, rispetto al 2023 spiccano il +5,6% nel settore viaggi e vacanze (720 euro), il +8% della telefonia (153,4 euro) e il +4,5% dei prodotti audiovisivi che sostengono l’aumento complessivo della categoria delle spese per il tempo libero (+1,3%). Cresciuti intorno al 4% anche gli acquisti dei servizi di trasporto e gli acquisti effettuati nei pubblici esercizi.