No ipotesi tassazione extraprofitti banche in Manovra, la conferma dal ministro

Il ministro dell'Economia ha escluso l'ipotesi di tassare gli extraprofitti delle banche. Le parole tramite Antonio Tajani

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha escluso l’ipotesi di tassare gli extraprofitti delle banche. Una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che sottolinea l’importanza di evitare imposizioni dall’alto e Giuseppe Conte che, al contrario, invoca un contributo delle banche per sostenere i cittadini in difficoltà dopo i guadagni extra generati dall’aumento prolungato dei tassi di interesse.

Cosa ha detto Tajani?

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha messo fine alle speculazioni sulla possibilità di tassare gli extraprofitti delle banche. L’ipotesi, che aveva alimentato dibattiti nelle ultime settimane, è stata definitivamente accantonata. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, ha confermato la posizione durante un’intervista a Radio1.

Tajani ha dichiarato: “Il ministro Giorgetti ha escluso l’ipotesi di tassare gli extraprofitti delle banche e non ne ha mai parlato”. Ha sottolineato inoltre l’importanza di evitare imposizioni dall’alto e la necessità di dialogare con le banche per trovare soluzioni che non implicano nuove tasse e le conseguenze per i clienti, come un aumento per i mutui.

Secondo Tajani, è giusto che le banche contribuiscano in qualche modo, ma questo non deve avvenire attraverso imposizioni calate dall’alto. L’approccio riflette una visione più liberale, secondo la quale il ruolo dello Stato dovrebbe limitarsi a creare un contesto favorevole al contributo volontario del settore bancario.

Invece di introdurre nuove tasse, l’obiettivo dovrebbe essere quello di stimolare una collaborazione tra il governo e gli istituti di credito per affrontare le sfide economiche attuali.

La critica di Giuseppe Conte

L’opposizione, però, non vede di buon occhio questa decisione. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso il suo disaccordo, sottolineando la necessità di un intervento nei confronti delle banche che hanno beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse. “Se per mesi sono aumentati i mutui alle stelle, le famiglie sono andate in crisi e le banche hanno raccolto profitti extra e da record su questa crisi, allora è giusto chiedere un contributo alle banche per sostenere i tanti cittadini andati in sofferenza”, ha affermato Conte.

Secondo il leader del M5S, le banche hanno tratto enormi vantaggi dalla situazione economica degli ultimi mesi, mentre molte famiglie al contrario si sono trovate in gravi difficoltà. La richiesta di un contributo da parte degli istituti di credito appare quindi, per Conte, non solo una questione di giustizia sociale ma anche di responsabilità nei confronti della comunità. La sua proposta punta a utilizzare questi profitti per sostenere i cittadini più colpiti dalla crisi, mitigando gli effetti negativi dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui.

Il possibile dibattito in merito però crolla di fronte allo stop definitivo confermato da Tajani, che ha riportato le parole del ministro dell’Economia. Questo, impegnato nella Manovra, avrebbe preso la decisione per evitare quindi “imposizioni dall’alto”, preferendo invece ipotizzare il taglio delle pensioni “ricche”.