Tassi, Bce pronta a taglio a giugno: per Lagarde e il Consiglio direttivo “plausibile”

Dai resoconti della riunione di aprile è emersa l'intenzione dell'organismo di Francoforte di intervenire sui tassi di interesse nella prossima riunione

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un taglio dei tassi di interesse da parte della Bce a giugno appare sempre più realistico. È quanto emerso dai verbali del Consiglio direttivo di aprile pubblicati nelle ultime ore, nei quali si legge di un intervento “plausibile” dell’organo decisionale della Banca centrale europea nella prossima riunione di giugno. Ipotesi confermata anche dal membro del comitato esecutivo di Francoforte, Frank Elderson: “Esamineremo le proiezioni e se queste dovessero consolidare i livelli di fiducia che vediamo oggi, penso che molto probabilmente faremo un passo avanti” ha dichiarato.

La riunione del Consiglio direttivo

“Si è ritenuto plausibile – si legge nel verbale – che il Consiglio direttivo sarebbe stato in grado di iniziare ad allentare le restrizioni di politica monetaria nella riunione di giugno se ulteriori prove ricevute avessero confermato le prospettive di inflazione a medio termine contenute nelle proiezioni di marzo”, viene sottolineato.

Secondo quanto riportato dai resoconti della riunione del 10 e 11 aprile “un’ampia maggioranza dei membri” è stata d’accordo con la proposta di Philip Lane, capo economista della Bce, di mantenere i tre tassi di interesse chiave invariati.

In quella occasione i vertici della Banca centrale europea hanno concordato sul fatto che “le informazioni più recenti hanno ampiamente confermato le proiezioni degli esperti di marzo, aumentando così la loro fiducia nel fatto che il processo disinflazionistico stia continuando. Allo stesso tempo, prima della riunione di giugno verranno diffusi nuovi dati importanti, tra cui nuove proiezioni relative al personale, consentendo al Consiglio direttivo di effettuare una valutazione più completa”.

Il condizionamento dell’inflazione sulla politica monetaria decisa dal Consiglio direttivo emerge chiaramente dal documento: se lo scenario di debole crescita nell’Eurozona dovesse continuare, viene spiegato, “potrebbero emergere” rischi di aspettative d’inflazione “disancorate” al ribasso rispetto al target Bce del 2%, con conseguenti “rischi di andare sotto il target d’inflazione, e alla fine dover pagare un prezzo troppo alto in termini di declino dell’attività economico, non si avvicinano nemmeno al rischio di agire troppo presto con un taglio dei tassi d’interesse e andare sopra il target d’inflazione nel medio periodo”.

Come spiegato ancora nel verbale, i membri dell’organismo decisionale della Banca centrale considerano che i tassi resteranno in territorio restrittivo ancora per qualche tempo, con effetti che continueranno anche dopo l’inizio della fase espansiva di politica monetaria. Tenendo conto, inoltre, che “la riduzione del bilancio dell’Eurosistema sta avendo un effetto restrittivo sull’economia”.

Tajani sul taglio dei tassi

Sul tema del taglio atteso da parte della Bce è intervenuto anche il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani: “È giunto il tempo, da parecchio, di abbassare i tassi e agevolare l’accesso al credito alle imprese onde evitare una stagnazione” ha dichiarato al Family Business Forum in corso a Lecco.

“Il tasso di interesse è diventato una sorta di tassa aggiuntiva per le imprese –  ha aggiunto – Ha sbagliato la Banca centrale europea ad alzare i tassi di interesse in Europa perché la nostra inflazione ha una provenienza esogena legata al costo delle materie prime. Quindi è giunto il tempo, da parecchio, di abbassare i tassi e agevolare l’accesso al credito alle imprese onde evitare una stagnazione”.