Superbonus, professionisti non pagati in 1 caso su 3 e i costi lievitano

Il governo Meloni ha stretto i rubinetti del Superbonus, mettendo in crisi le società di progettazione: 1 professionista su 3 rischia di non riuscire a farsi pagare

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’intricatissima vicenda del Superbonus continua a tenere banco: stavolta l’allarme sulle criticità della misura arriva dall’Oice (Organizzazioni di Ingegneria e di Consulenza), associazione alla quale aderiscono società di ingegneria e architettura. Secondo un report dell’Oice, 1 professionista su 3 fra quelli che hanno effettuato lavori relativi al Superbonus non verrà pagato a causa del recente freno alla misura deciso dal governo Meloni.

Superbonus e professionisti non pagati

Oice conta circa 350 società. Dai sondaggi effettuati fra i soci, l’associazione stima che almeno il 30% dei compensi attesi non sia stato incassato, né lo sarà. E che circa il 20-25% delle attività professionali potrebbe dover affrontare gravi difficoltà finanziarie per via dei mancati pagamenti e delle mancate cessioni dei crediti maturati. Inizialmente era stata un’inchiesta di Italia Oggi a delineare il quadro della situazione.

Per il 2024, il governo Meloni prima ha portato il Superbonus al 70%, poi con il decreto 39 di fine marzo ha bloccato lo sconto in fattura e la cessione del credito per tutti i nuovi lavori edilizi agevolati. Infine ha riaperto il fronte, forzando l’approvazione in Senato con la fiducia al nuovo decreto Superbonus, che passerà presto all’esame della Camera per il via libera definitivo. Molta la carne al fuoco con il nuovo emendamento, fra cui l’imposizione di una vera e propria marcia ridotta al passo della misura: i tetti di spesa calano dai 96.000 euro attuali a 48.000 euro a partire da gennaio 2025; e dal 2028 la stretta sulle ristrutturazioni si fa severa, con un rimborso che cala al 30%.

Il nodo della cessione del credito

La stretta del governo sul Superbonus ha avuto immediate ripercussioni: il mese di aprile ha visto appena 1.000 nuovi lavori per un importo totale di circa 400 milioni. Molte banche non comprano crediti Superbonus da professionisti e società di ingegneria, in attesa di capire come evolverà la situazione. E, in pieno effetto domino, molti architetti, ingegneri e geometri rifiutano lavori temendo di ritrovarsi successivamente con crediti che poi non saprebbero gestire.

Lievitano i costi

Ma è l’intera filiera a sperimentare una nuova sofferenza, rispetto agli exploit degli anni passati: secondo i calcoli dell’Oice, il costo medio per la cessione è passato dal 7% a oltre il 25%. E il costo medio delle polizze assicurative per le asseverazioni, per un ipotetico cantiere da 1 milione di euro fra lavori e spese, è passato da 800 euro a oltre 6mila euro.

Il Corriere della sera ha raccolto la denuncia di Fabio Tonelli, coordinatore del gruppo di lavoro Oice sul Superbonus: “Molti professionisti hanno investito tempo e risorse nella progettazione e nella realizzazione di studi di fattibilità per lavori che, a causa degli stop, non vedranno più la luce. Per questo, ingegneri, architetti e geometri per decine di migliaia di progetti non incasseranno i compensi previsti per il loro lavoro”.

Senza contare che molti professionisti hanno anticipato le spese di tasca propria o ricorrendo a prestiti bancari, nella prospettiva di ottenere poi un ritorno economico. La stretta sul Superbonus ora si traduce in una spesa a vuoto o in soldi da restituire maggiorati degli interessi bancari.