Stellantis e Tesla stringono un accordo sulle emissioni, quali altre aziende partecipano

Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru potranno inquinare al posto di Tesla. Il tutto è finalizzato a rispettare la normativa europea sulle emissioni di CO2

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 7 Gennaio 2025 21:07

Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru si uniscono a Tesla per una collaborazione che riguarda le emissioni inquinanti. I colossi dell’automotive faranno gruppo in una sorta di pool finalizzato alla condivisione delle emissioni di CO2, così da rispettare la stringente normativa europea.

Il pool resterà aperto fino al 5 febbraio, con Volkswagen e Renault potenzialmente interessate. Ma il team “Stellantis and friends” non è l’unico a muoversi lungo tale direttrice: anche Volvo, Polestar e Smart stanno formando un secondo pool con Mercedes-Benz.

I limiti Ue 2025 sulle emissioni

Rispetto ai valori del 2021, gli standard Ue 2025 richiedono una riduzione del 15% delle emissioni di CO2. Sia i top manager dell’automotive che numerose voci della politica hanno chiesto alla Commissione europea di ammorbidire il suo approccio green relativamente alle quattro ruote. All’Ue, in sintesi, si chiede di garantire la svolta green senza affossare l’industria automobilistica.

Recentemente è arrivata la risposta della Commissione Ue, che non intende cancellare le multe previste per le case automobilistiche le cui flotte non rispetteranno i nuovi limiti di emissione scattati nel 2025. Così ha confermato il neo-commissario al Clima, Wopke Hoekstra, rispondendo a un’interrogazione.

Le multe previste sono di 95 euro per grammo di CO2 oltre il limite per veicolo, con un rischio complessivo di sanzioni fino a 15 miliardi di euro. Una stangata che il traballante mercato europeo dell’automotive, in questo momento in particolare, non può permettersi alla luce della crisi di Stellantis e di Volkswagen, per non parlare del ridimensionamento delle aspirazioni di Bmw e Mercedes Benz.

L’accordo con Tesla

Il pool verrà gestito da Tesla, che permetterà ai produttori che non raggiungeranno gli obiettivi di compensare acquistando crediti da Tesla. In pratica Stellantis, Toyota e le altre avranno la facoltà di sforare i limiti, inquinando al posto di Tesla.

Non si tratta di una novità, a dire il vero: si ricordi ad esempio come, nel 2021, la creazione di pool fra case automobilistiche abbia permesso ad alcune aziende di evitare multe, anche se non tutte hanno rispettato gli obiettivi.

Cosa ci guadagna Tesla

Le varie case automobilistiche dovranno pagare a Tesla i cosiddetti “certificati di emissione”. Ogni certificato equivale a una tonnellata di gas serra. In sintesi, i certificati CO₂ attestano la quantità di emissioni per le quali ci si assume la responsabilità finanziaria. Come contraltare, le aziende si impegnano a fornire supporto economico a progetti volti alla protezione dell’ambiente e del clima.

L’accordo fra Stellantis, Tesla e gli altri produttori è riservato. Quanto ogni casa automobilistica pagherà lo si scoprirà solo nel 2026, scartabellando i bilanci del 2025.

Intanto Elon Musk stappa la bottiglia del suo miglior champagne, considerando che dal 2009 al 2024 Tesla ha guadagnato oltre 11 miliardi di dollari vendendo i crediti green alle aziende concorrenti.

Il periodo d’oro di Musk

Per Musk continua il periodo d’oro: prima l’esplosione delle azioni Tesla, che a fine ottobre gli ha permesso di guadagnare 26 miliardi di dollari in un giorno; poi la vittoria di Trump a novembre gli ha fruttato altri 13 miliardi (sempre in un solo giorno); infine la trattativa fra SpaceX e il governo italiano per la fornitura di servizi di sicurezza nelle telecomunicazioni. Oggi la notizia dell’accordo nell’ambito dell’automotive che frutterà a Musk un’altra pioggia di dollari.