Continua il momento difficile per Stellantis, che questa volta colpisce lo stabilimento di Mirafiori, centro storico dell’automotive torinese. Dal 1° settembre 2025 al 31 gennaio 2026, oltre 2.300 addetti saranno coinvolti da ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà, a conferma di una situazione che mette in difficoltà migliaia di famiglie.
I numeri dei dipendenti coinvolti
Nel dettaglio, i settori coinvolti saranno:
- Carrozzeria – linea 500 Bev con 903 lavoratori;
- Carrozzeria – linea Maserati con 674 lavoratori;
- Stellantis Europe di San Benigno (ex-PCMA): 300 lavoratori;
- Settore Presse: 294 lavoratori;
- Costruzione stampi: 85 lavoratori;
- Mould Shop di Grugliasco (ex TEA): 41 lavoratori.
Gli storici stabilimenti italiani di Stellantis hanno già subito un forte ridimensionamento negli ultimi mesi. A Termoli, 1.823 operai rimarranno in solidarietà fino al 2026, mentre a Pomigliano d’Arco la cassa integrazione straordinaria è stata prorogata per altri 3.750 addetti. A Melfi, a giugno, quasi 4.900 metalmeccanici hanno subito un drastico ridimensionamento dopo un calo produttivo del 59%.
Un barlume di speranza potrebbe arrivare dall’annunciata 500 ibrida, attesa a novembre, che potrebbe ridare ossigeno a Mirafiori. Ma resta il dubbio che una sola novità possa invertire questo trend.
Come rilanciare il settore
I sindacati non sono rimasti in silenzio e chiedono un piano per rilanciare il settore e l’industria manifatturiera. Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, spiega:
L’agonia di Mirafiori prosegue da ormai 18 lunghissimi anni. Con lei si stanno spegnendo anche le fabbriche dell’indotto auto, con conseguenze drammatiche per i lavoratori.
A livello nazionale, i sindacati hanno definito i contratti di solidarietà annunciati negli ultimi giorni come strumenti di natura difensiva. In un comunicato unitario hanno precisato che la riduzione dell’orario di lavoro sarà calcolata su base mensile, con una percentuale massima pari all’80% come media del personale coinvolto. È stato inoltre sottolineato che “la percentuale di riduzione dell’orario di lavoro complessiva per ciascun lavoratore non potrà essere superiore al 90% nell’arco dell’intero periodo per il quale il contratto di solidarietà è stipulato”.
Le principali sigle sindacali hanno aperto alla possibilità di utilizzare il meccanismo dei cosiddetti “prestiti”, ossia distacchi e trasferimenti di personale interessato dai contratti di solidarietà verso altre unità di Stellantis Europe o ad altre società del gruppo, previa valutazione con le Rsa. Dal canto suo, l’azienda ha comunicato di aver accettato di anticipare il trattamento di integrazione salariale ai dipendenti coinvolti nelle sospensioni e di garantire la maturazione dei ratei mensili previsti dai contratti e dalla legge.
Male anche le immatricolazioni
Dall’inizio del 2025 gli stabilimenti italiani dell’ex Fca hanno registrato una produzione di 223mila veicoli, con un calo del 26,9% rispetto al 2024. Anche le immatricolazioni risultano in flessione: sono state 1.192.746, pari a un -8,1%. Sul fronte europeo, Stellantis ha perso l’1,3% di quota di mercato, scendendo dal 16,4% al 15,1%.
La crisi si riflette anche sull’occupazione: 20.400 lavoratori, su un totale di 32.745, risultano oggi in cassa integrazione o con contratti di solidarietà. A risentirne è pure l’indotto, che conta oltre 8mila aziende e circa 75mila dipendenti, in gran parte nel settore della componentistica, legate al gruppo torinese attraverso commesse.
A complicare ulteriormente il quadro pesano i 6mila esuberi dichiarati dall’azienda alla fine del 2024. Se i numeri non miglioreranno, entro la fine del 2025 Stellantis sarà costretta a fare nuovamente ricorso agli ammortizzatori sociali o a forme di accompagnamento all’uscita volontaria, nel tentativo di evitare licenziamenti diretti.