Lo scenario bellico che si registra in diverse aree del mondo, con le inevitabili ripercussioni che questo ha sull’economia mondiale fortemente globalizzata, ha spinto molti Stati ad aumentare la propria spesa militare che, nel 2024, vede diversi Paesi membri della Nato spendere più della soglia del 2 per cento del proprio Pil.
La spesa militare dei Paesi Nato
Nel 2024 saranno ben 23 (su un totale di 32) i Paesi facenti parte della Nato che impiegheranno più del 2 per cento del loro Pil per la spesa militare (obiettivo di spesa prefissato nel 2006). A riferirlo è direttamente il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, nel corso del suo incontro alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Il dato comunicato segnala una crescita nella spesa per la difesa da parte dei membri della Nato, soprattutto considerando che solo a febbraio scorso a superare la soglia del 2 per cento del Pil erano 18 Paesi. La grandezza del cambio di rotta rispetto al recente passato si nota anche guardando al dato globale, con i 32 Stati membri che hanno aumentato in totale del 17,9 per cento i propri investimenti nella difesa. E ancora, la spesa militare è cresciuta del 70 per cento nell’ultimo decennio, con la crescita maggiore che è stata registrata nell’ultimo triennio, dall’insorgere della guerra in Ucraina.
“Sono numeri positivi per l’Europa e per l’America – ha detto Stoltenberg – soprattutto perché gran parte di queste somme extra vengono spese qui negli Stati Uniti. Negli ultimi 2 anni, più di due terzi degli acquisti per la difesa europea hanno coinvolto aziende americane. Si tratta di contratti per oltre 140 miliardi con le aziende della difesa Usa”.
Spese militari, chi investe di più nella Nato
L’accelerazione registrata nei confronti della spesa militare interessa nel 2024 soprattutto i Paesi Nato che fanno parte del cosiddetto blocco orientale (Est d’Europa).
La crescita maggiore registrata è quella della Polonia che ha investito il 4,12 per cento del proprio Pil per la difesa, seguita da Estonia con il 3,43 per cento, Stati Uniti con il 3,38 per cento, Lettonia con il 3,15 per cento, Grecia con il 3,08 per cento, Lituania con il 2,85 per cento e dalla Finlandia con il 2,41 per cento. Ad influire è la vicinanza geografica al conflitto ucraino e anche il fatto che il candidato alle presidenziali americane Donald Trump ha comunicato che non sarà disposto a difendere i Paesi Nato europei che non saranno in regola con i contributi economici.
In Europa, più in generale, si registrano gli incrementi di spesa militare maggiore, soprattutto considerando che prima della guerra in Ucraina solo 5 Paesi rispettavano l’impegno Nato del 2 per cento.
L’Italia è tra i Paesi che spendono di meno per la difesa
L’Italia è nel gruppo di Paesi Nato che spendono meno per la difesa, con l’investimento che è ben al di sotto del 2 per cento. Questi i dati:
- Croazia 1,81 per cento;
- Portogallo 1,55 per cento;
- Italia 1,49 per cento;
- Canada 1,37 per cento;
- Belgio 1,3 per cento;
- Lussemburgo 1,29 per cento;
- Slovenia 1,29 per cento;
- Spagna 1,28 per cento.
L’Italia è dunque sestultima nella classifica Nato della spesa militare per gli armamenti, mentre è prima nella graduatoria degli stipendi e delle pensioni più alte per i propri militari.