Iniziano a emergere i contorni della rottamazione quinquies. Mentre nella maggioranza si continua a battibeccare sul contributo speciale richiesto alle banche, dal Mef assicurano che la quinta edizione della pace fiscale si farà. La misura è infatti tra i punti certi del Documento programmatico di finanza pubblica arrivato in queste ore sul tavolo del Consiglio dei ministri, che andrà a costituire il telaio della prossima legge di Bilancio.
Secondo le prime ipotesi circolate, la nuova sanatoria avrà un perimetro più contenuto rispetto alle versioni precedenti, con rate non troppo leggere.
La proposta della Lega
Il leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze in Senato che sta esaminando la bozza del condono, ha precisato come si sapesse da mesi che la nuova rottamazione sarebbe stata ridimensionata rispetto alla proposta iniziale del Carroccio, ma ha assicurato che l’unico dato è che in Manovra ci sarà.
Al netto di questo dato certo, i contorni sono definiti e definibili sulla base di quello che è l’impianto generale della manovra. Quindi c’è ancora qualche giorno per arrivare alla definizione completa
Tra i modelli più accreditati si ipotizza una sanatoria della durata di 8 anni, con un massimo di 96 rate. Un passo indietro evidente rispetto alla prima versione che proponeva 10 anni e 120 rate, raccomandato anche dall’alleato Forza Italia, con le parole del segretario azzurro Antonio Tajani:
Non sono contrario alle sanatorie, può esserci qualcuno che non ha pagato per qualche motivo, ma la rottamazione delle cartelle non deve essere generalizzata, bisogna stare attenti, quelli che hanno pagato non possono fare la figura dei fessi
Le ipotesi di rottamazione
Il compromesso potrebbe essere rappresentato dall’idea di prevedere un piano di pagamento proporzionato all’ammontare del debito, con tempi più lunghi concessi soltanto alle cartelle più pesanti. Quasi il 76% del magazzino della Riscossione è costituito da cartelle esattoriali che spesso sono sotto i mille euro: cifra che divisa in 96 quote porterebbe a quote inferiori ai 10 euro.
In ogni caso le rate non dovrebbero essere troppo basse, ma oltre la soglia dei 50 euro, per evitare che il gettito atteso non venga inficiato da costi di gestione antieconomici.
Rispetto alle precedenti definizioni agevolate, nelle quali il 20% del dovuto pesava sulle prime due rate mentre il resto del debito era spalmato in rate da 5%, le quote del nuovo condono sarebbero di importi pari.
Messa da parte sarebbe l’ipotesi presa in esame inizialmente di una quota di accesso per stabilire fasce di debito e fare una prima scrematura di chi ha cartelle troppo elevate.
Al vaglio la possibilità di paletti più restrittivi, per impedire di accedere al condono chi ha già approfittato in passato delle rottamazioni soltanto per bloccare pignoramenti o fermi, senza poi pagare le rate. Potrebbe però anche essere attenuato il limite di un pagamento saltato per fare scattare la decadenza.