Rinnovabili, approvato il decreto Fer2, ma le bollette potrebbero aumentare

La Commissione ha approvato il Fer2 che, se da un lato è una notizia positiva per la decarbonizzazione, comporterà però aumenti in bolletta di circa 8-10 MWh

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Recentemente, la Commissione europea ha dato il via libera al Decreto Fer2, un provvedimento significativo per il settore delle energie rinnovabili in Italia. Questo decreto, emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, prevede un sostegno finanziario di 35,3 miliardi di euro. L’obiettivo principale è la realizzazione di impianti innovativi per la produzione di energia rinnovabile entro la fine del 2028.

Tipologie di impianti e contratti previsti

Il Decreto Fer2 si concentra su una varietà di impianti, tra cui quelli mi, geotermoelettrici, a biomassa, biogas, fotovoltaici flottanti, e impianti per la generazione di energia mareomotrice e del moto ondoso. Per incentivare questi progetti, verranno utilizzati i cosiddetti “contratti per differenza”. Questi contratti stabiliscono un prezzo di riferimento per l’elettricità, con lo Stato che interviene per colmare eventuali differenze rispetto ai prezzi di mercato.

I costi sulle bollette

Nonostante l’entusiasmo per il Decreto Fer2, esistono preoccupazioni riguardo ai possibili costi che potrebbero riflettersi sulle bollette energetiche. Il rafforzamento delle reti elettriche e lo sviluppo delle energie rinnovabili comporteranno costi aggiuntivi, inclusi nella voce “oneri generali di sistema” della bolletta. Si prevede che questi costi inizieranno a influire sulle tariffe energetiche a partire dal 2029.

Secondo la società di consulenza Elemens, il costo per le famiglie italiane potrebbe aggirarsi intorno ai 20 euro all’anno per un periodo di circa 20 anni, basandosi sui consumi medi. Questo valore potrebbe variare in funzione dei prezzi futuri dell’elettricità sul mercato, con un potenziale abbassamento degli incentivi se i prezzi di mercato dovessero aumentare.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha evidenziato come il decreto rappresenti un passo avanti, ma resta l’incertezza su chi ne beneficerà maggiormente. È probabile che la Cina, leader nella produzione di pannelli solari, possa trarre vantaggio da questa misura. L’obiettivo è incrementare la capacità eolica offshore per raggiungere gli obiettivi di energia rinnovabile prefissati per il 2030.

Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, ha recentemente condiviso aggiornamenti sui prezzi del gas, evidenziando un calo significativo rispetto ai picchi passati. Il Fer 2 comporterebbe costi considerevoli, stimati fino a 35 miliardi di euro nei prossimi venti anni. Questi costi saranno coperti tramite aumenti nelle bollette elettriche, con un impatto previsto di circa 8-10 euro al Megawattora per i consumatori.

Besseghini ha evidenziato la difficoltà nel fare stime precise, poiché dipenderanno dall’implementazione degli impianti e dalle dinamiche dei prezzi energetici sul mercato.

Il ministro Pichetto: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento per l’abilitazione di nuove tecnologie fondamentali per la decarbonizzazione. L’intento è di ridurre le emissioni di carbonio e favorire una transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea) ha recentemente pubblicato un rapporto che analizza i piani di decarbonizzazione dei principali paesi dell’Onu. Secondo questo rapporto, entro il 2030 si potrebbe raggiungere il 70% della potenza installata necessaria per triplicare le rinnovabili, come fissato dalla Cop28 di Dubai. Questo obiettivo richiede però ulteriori impegni da parte dei paesi per colmare il gap del 30% rimanente.

Il rapporto della Iea, intitolato “Impegno della Cop28 a triplicare la potenza rinnovabile al 2030: monitoraggio delle ambizioni dei paesi e individuazione delle politiche per colmare il gap”, evidenzia che gli impegni attuali non sono ancora sufficienti. Gli stati però, dal canto loro, hanno aumentato gli sforzi rispetto agli accordi precedenti, in vista di un progresso positivo verso un futuro energetico più sostenibile.