Ponte sullo Stretto, 4 mesi in più per i rilievi del ministero dell’Ambiente: cantieri rinviati

La società Stretto di Messina ha chiesto ancora 120 giorni per assolvere le richieste della commissione Valutazione Impatto Ambientale e Ambientale Strategica

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 9 Maggio 2024 23:05

Servono ulteriori quattro mesi per poter rispondere alle oltre 200 richieste di approfondimento sul progetto del Ponte sullo Stretto. La società Stretto di Messina, di concerto con il Contraente Generale Eurolink, ha domandato e ottenuto dal ministero dell’Ambiente uno stop di 120 giorni per realizzare altre verifiche sull’opera fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. La commissione Via-Vas aveva fatto numerosi rilievi sul progetto, per i quali erano attesi approfondimenti nell’arco di 30 giorni. L’obiettivo di iniziare “i lavori entro l’estate” ribadito dal vicepremier leghista invece slitterà, con il rischio che i cantieri entrino a regime l’anno prossimo.

La richiesta della società Stretto di Messina

Come previsto dal Decreto legislativo 163/2006, l’amministratore delegato della Stretto di Messina spa, Pietro Ciucci, ha chiesto al Mase una sospensione di 120 giorni dei termini per la presentazione della documentazione integrativa chiesta dalla Commissione per la Valutazione di impatto ambientale.

La struttura del ministero dell’Ambiente aveva richiesto chiarimenti in merito a diversi ambiti, dai materiali allo smaltimento dei rifiuti, dai pericoli di inquinamento alle prove antisismiche e del vento. Nello specifico, dalla Commissione Via erano arrivate 155 osservazioni sul progetto, mentre altre 66 integrazioni erano state richieste per la Vinca, Valutazione di incidenza, che si occupa di verificare quale potrebbe essere l’impatto dell’opera sui siti protetti di interesse Ue Natura 2000. Erano state 16, invece, le integrazioni per il Piano di utilizzo terre (Put) e due quelle che interessano la Verifica di ottemperanza (Vo).

Alla luce della nuova scadenza, gli approfondimenti dovranno essere consegnati entro metà settembre 2024. “La decisione – ha spiegato l’ad Pietro Ciucci – è motivata dalla eccezionale rilevanza dell’opera e riflette la volontà e il massimo impegno della società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti sugli elaborati tecnici del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, presentate dalla Commissione Via e Vas del Mase”.

“Alcuni approfondimenti prevedono indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici terrestri, batimetrici e subacquei, ai quali la Società intende dedicare la massima attenzione utilizzando pienamente i tempi consentiti dalla normativa”.

La nota del ministero delle Infrastrutture

Nonostante il rinvio, dal ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini hanno fatto sapere nuovamente che l’orizzonte temporale non è posticipato: “Il 2024 sarà l’anno del Ponte sullo Stretto – si legge in una nota del Mit – con senso di responsabilità, è stato ritenuto opportuno fare tutte le verifiche del caso, andando oltre i doveri previsti dalla legge, perché un’opera così rilevante a livello mondiale merita massima scrupolosità. È l’ennesima prova della serietà del progetto e delle intenzioni del governo. I lavori partiranno comunque nei prossimi mesi, dopo l’approvazione del Cipess”.

In giornata, sul progetto del Ponte sullo Stretto era tornato a scagliarsi il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, definendo l’opera “una grande truffa ai danni degli italiani, non solo della popolazione del Sud”.

Sottrae 14 miliardi di euro, per un’opera fatta con una gara pubblica 19 anni fa” ha dichiarato il portavoce di Europa Verde, secondo cui “il governo Meloni insiste con politiche che fanno male al clima”.

“Trasformare il nostro Paese, specialmente il Sud, in un hub del gas significa non solo riconfermare una politica predatoria ma significa fare male alle politiche climatiche – ha aggiunto Bonelli – Noi abbiamo bisogno di politiche che vanno in una direzione diversa da quella che dice Giorgia Meloni e da quella che dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani che invece di difendere le risorse destinate alla Sicilia dal Fondo di sviluppo e coesione se li è fatti scippare per fare un’opera, il Ponte sullo Stretto, i cui soldi andranno a finire al Nord”.