Pnrr sesta rata, governo pronto a richiedere 8,5 miliardi per 37 obiettivi

Giorgia Meloni rivendica il primato: "Noi i primi a chiedere la sesta rata del Pnrr". Si va verso un nuovo sistema di controlli sui fondi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Entro la fine di giugno il governo chiederà a Bruxelles di sbloccare la sesta rata del Pnrr. Si tratta di 8,5 miliardi finalizzati a centrare 37 obiettivi. L’esecutivo conta di incassare a strettissimo giro anche i soldi per la quinta rata del Pnrr relativa ai 52 obiettivi che erano da portare a termine entro la seconda metà del 2023.

Pnrr, governo pronto a chiedere la sesta rata

La sesta rata sarà funzionale a una serie di misure e infrastrutture, come la Linea Adriatica per il gas, i crediti d’imposta per Transizione 4.0 e 5.0, le palestre per le scuole, l’avvio delle opere infrastrutturali nella Zes unica, le bonifiche delle discariche abusive, la riforestazione urbana e il potenziamento delle ferrovie del Sud, in molti tratti ancora a binario unico come nel XIX secolo. E poi ci sono in ballo, ancora, il potenziamento dell’organico nei tribunali, l’istituzione del Polo del turismo digitale e la digitalizzazione delle attività della Guardia di finanza, fra le altre cose.

“È un momento molto importante. Siamo la prima nazione in Europa a richiedere il pagamento della sesta rata, dopo essere stati anche i primi a richiedere la quinta”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni dopo la cabina di regia sul Pnrr. Presenti Raffaele Fitto, responsabile del Pnrr, con altri ministri più rappresentanti di Regioni ed enti locali. Ma la premier ha rivendicato anche un altro primato: “L’Italia è al primo posto per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Piano”. “Arriviamo a questo appuntamento – ha concluso – dopo un lavoro complesso e molto impegnativo, soprattutto negli ultimi giorni”.

Fa eco Fitto, sempre in merito all’avanzamento finanziario, puntualizzando che “i dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023 confermano che siamo pienamente entrati nella fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all’Italia di domani”.

Prima delle ferie estive, il governo invierà alle Camere il dossier con i numeri aggiornati sulla spesa effettiva delle risorse del Pnrr.

Nuovo sistema di controlli

Fitto ha poi annunciato un nuovo sistema di controlli sullo stato di avanzamento dei progetti da parte dei singoli soggetti attuatori, come previsto dall’articolo 2 del decreto Pnrr quater (19/2024). Le amministrazioni saranno obbligate ad aggiornare e certificare il rispetto delle scadenze per non finire nella “lista nera”.

Quale futuro per Fitto

Il governo accelera sul Pnrr in vista della partita delle nomine per la nuova Commissione Ue. Secondo un retroscena di Milano Finanza, al centro della trattativa tra Roma e Bruxelles ci sarebbe proprio la figura di Raffaele Fitto, che potrebbe trasferirsi nella capitale belga in qualità di vicepresidente della Commissione.

Il Piano nazionale complementare

E prenderà presto il via anche un altro meccanismo del decreto Pnrr, la prima verifica periodica dell’avanzamento del Pnc (Piano nazionale complementare), il piano parallelo al Pnrr che, con risorse nazionali, prevede una serie di interventi da portare a termine entro il 2026 per una spesa complessiva di 30,6 miliardi di euro.