Petrolio, Opec+ taglia la produzione fino al 2025 per mantenere alti i prezzi

La coalizione Opec+ ha deciso di diminuire la produzione di petrolio fino al 2025: questa mossa farà aumentare i prezzi. Dietro anche motivazioni geopolitiche

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 3 Giugno 2024 08:59

L’Opec+, che include paesi come l’Arabia Saudita e la Russia, ha annunciato il 2 giugno l’estensione dei tagli alla produzione petrolifera fino al 2025. Questa decisione mira a sostenere le entrate derivanti dalla vendita di petrolio in un contesto di domanda debole, alti tassi di interesse e concorrenza con la produzione statunitense.

La riduzione prevista è di due milioni di barili al giorno. Bloomberg riporta che alcune nazioni hanno scelto di prolungare le restrizioni volontarie anche per il terzo trimestre del 2024. Al momento, i dettagli specifici non sono stati rilasciati poiché i Paesi tendono a comunicare le cifre separatamente.

Estensione dei tagli alla produzione

L’Opec+ è una coalizione, che dal 2016 ha ampliato il formato originale dell’Opec includendo dieci nuovi membri tra cui Russia, Kazakhstan e Messico; si affianca a paesi come l’Arabia Saudita, Algeria, Nigeria e Venezuela. Complessivamente, i 24 paesi membri controllano oltre la metà della produzione mondiale di petrolio e circa il 90% delle riserve conosciute.

Attualmente, i tagli alla produzione di petrolio ammontano a 5,86 milioni di barili al giorno, il 5,7% della domanda globale. Questi includono 3,66 milioni di barili al giorno con scadenza precedentemente fissata per la fine del 2024 e tagli volontari di 2,2 milioni di barili al giorno fino a giugno 2024. L’Opec+ ha ora esteso i tagli di 3,66 milioni di barili al giorno fino alla fine del 2025 e quelli di 2,2 milioni di barili al giorno fino alla fine di settembre 2024.

I tagli volontari non saranno ritirati bruscamente a settembre, ma gradualmente tra ottobre 2024 e settembre 2025. L’obiettivo è sostenere i prezzi del petrolio e le finanze pubbliche, nonostante i tassi di interesse globali elevati. Il ministro dell’energia saudita, Prince Abdulaziz bin Salman, ha spiegato che attendono un calo dei tassi di interesse e una crescita economica migliore.

Motivazioni geopolitiche dietro l’estensione dei tagli

L’Arabia Saudita necessita di prezzi del petrolio più alti per finanziare i piani del principe ereditario Mohammed bin Salman, mirati a diversificare l’economia nazionale dalle esportazioni di combustibili fossili. Parallelamente, un aumento dei prezzi del petrolio supporterebbe la Russia nel mantenere la crescita economica e la stabilità, nonostante le spese ingenti per la guerra contro l’Ucraina.

Prezzi stabili, reazioni del mercato e previsioni

Mukesh Sahdev, analista di Rystad Energy, segnala una “sfida importante” per l’Opec+: i volumi effettivamente immessi sul mercato potrebbero essere maggiori di quelli ufficialmente dichiarati, minacciando la strategia del cartello. Nel primo trimestre, Iraq e Kazakistan hanno superato le loro quote, mentre la Russia ha registrato una sovrapproduzione in aprile.

Dalla riunione di novembre, il gruppo è riuscito a mantenere i prezzi del greggio abbastanza stabili, con il brent del Mare del Nord e il wti statunitense oscillanti intorno agli 80 dollari al barile, senza però ottenere un aumento significativo. L’Opec+ continua a mantenere le sue previsioni di domanda per il 2024 costanti nei vari rapporti, mentre l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) ha rivisto al ribasso le sue stime, mostrando un approccio meno ottimista.

Gli analisti di Goldman Sachs hanno considerato la decisione “bearish”, in discesa, poiché il ritiro graduale dei tagli era già previsto. Hanno anche sottolineato che un piano dettagliato rende difficile mantenere bassi i livelli di produzione in un mercato potenzialmente debole.

Attualmente, il prezzo del wti è sceso sotto i 77 dollari, mentre il petrolio greggio brent si mantiene stabile intorno agli 80 dollari. La reazione negativa è dovuta anche alle previsioni ottimistiche dell’Opec+ sulla domanda di petrolio, contrastanti con le stime più basse dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. L’Opec prevede una domanda media di 43,65 milioni di barili nella seconda metà del 2024, mentre l’Aie stima una domanda complessiva di 41,9 milioni di barili al giorno per l’intero anno.