La Manovra finanziaria ha cominciato il suo percorso alla Camera dei Deputati e, sia da parte della maggioranza di governo sia dell’opposizione, sono arrivati numerosi emendamenti per modificare parti del testo approvato dall’esecutivo. La data ultima per presentarli è l’11 novembre, poi comincerà la discussione che deciderà se saranno o meno approvati.
Alcune proposte sono arrivate da parte della maggioranza stessa, soprattutto sulle pensioni minime e su uno sconto dell’aliquota Irpef per i ceti medi. Rimane però il problema delle coperture. Le opposizioni intanto fanno fronte comune con i sindacati, che proprio l’11 novembre incontreranno il Governo per discutere della Manovra ed evitare lo sciopero generale del 29 novembre.
Gli emendamenti della maggioranza
Tra tutte le modifiche ipotizzate alla manovra, quelle che hanno maggiori possibilità di essere approvate sono quelle presentate dalla maggioranza. Tra quelli già presentati spiccano tre proposte. Una vorrebbe rivedere la norma che prevede la presenza di revisori del ministero dell’Economia all’interno delle aziende controllate dallo Stato, per il rischio incostituzionalità. Un altro emendamento, elaborato dalla Lega, vuole impedire l’aumento al 42% della tassa sulle plusvalenze da criptovalute.
Allo studio anche una riduzione dei settori coinvolti nel blocco del turn over della Pubblica amministrazione, la norma che rimuove il tetto massimo di età dei lavoratori pubblici permettendo loro di rimanere al lavoro anche dopo i 67 anni di età. Si pensa di ridurre i comuni coinvolti e di escludere completamente il comparto sicurezza.
Ma oltre agli emendamenti già presentati, diversi partiti di maggioranza hanno i loro obiettivi da raggiungere nel passaggio parlamentare della manovra. La Lega vorrebbe aumentare il limite massimo di fatturato per accedere al regime forfettario e ridurre di 20 euro il canone Rai. Forza Italia invece punta a un aumento più sostanzioso delle pensioni minime oltre che a una diminuzione dell’aliquota Irpef per il ceto medio del 2%. Mancano però le coperture, anche a causa del flop del concordato preventivo, che ha raccolto 700 milioni di euro in meno di quanto preventivato.
Opposizione e sindacati contro la Manovra
Anche dall’opposizione arriveranno numerosi emendamenti, anche se queste norme hanno molte meno possibilità di essere approvate rispetto a quelle proposte dalla maggioranza. Per questa ragione, i partiti di minoranza in Parlamento stanno facendo fronte comune con i sindacati, fin dal primo momento molto critici delle decisioni del Governo nella legge di bilancio.
Proprio nel giorno in cui scadrà il termine per presentare gli emendamenti alla Camera, l’11 novembre, le sigle incontreranno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale però ci sono state molte tensioni nelle ultime settimane. L’obiettivo dell’incontro sarebbe quello di evitare lo sciopero generale del 29 novembre, proclamato dal Uil e Cgil, ma la situazione non sembra essere favorevole al raggiungimento di un punto di incontro tra le parti.
Anche Elly Schlein, la segretaria del Pd, ha attaccato il Governo sulla manovra, principalmente sulla mancanza di una norma che preveda un salario minimo nazionale, tra le proposte maggiormente sostenute dall’opposizione. Schlein ha anche criticato Giorgia Meloni proprio per le polemiche con i sindacati.