Come prevedibile, l’attesa per la nuova Legge di Bilancio si è trasformata in una giostra di tensioni, veti incrociati e sgambetti all’interno della stessa maggioranza. E non è ancora cominciato il giro degli emendamenti.
Protagonisti i ministri Tajani e Salvini, che hanno visioni diverse su due temi cruciali: la tassazione degli affitti brevi e il contributo delle banche. Su ciascuno di questi temi, Lega, Forza Italia e anche Fratelli d’Italia si affrontano come avversari più che alleati. Il Ministero dell’Economia, intanto, prova a cucire una coperta sempre più corta, con le forbici della Bce pronte a intervenire e i riflettori dell’opposizione puntati addosso.
Non è solo chiaramente il Bilancio, ma è anche una prova di forza politica, mentre Giorgia Meloni festeggia il terzo mandato più longevo della storia della Repubblica italiana.
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Manovra, i nodi da sciogliere nella maggioranza
La Legge di bilancio non è ancora arrivata in Parlamento, ma l’atmosfera è già pesante, e sarà lunga considerato che siamo ancora a ottobre. La diffusione di una bozza di 137 articoli ha acceso il confronto nella maggioranza, mettendo in luce divergenze su più fronti. Alcuni punti, come il contributo delle banche, sono ancora oggetto di confronto, mentre altri, come la tassa sugli affitti brevi, hanno già sollevato reazioni trasversali.
Al Ministero dell’Economia si lavora alle ultime correzioni prima che il testo approdi al Senato. Intanto proseguono i colloqui con l’Associazione Bancaria Italiana (Abi), per chiarire i nodi più delicati e cercare un’intesa sulle misure più contestate.
Come previsto, il governo dovrà poi inviare il testo alla Banca Centrale Europea, che esprimerà un parere tecnico.
Fronte politico spaccato sulla tassa sugli affitti brevi
La tassa sugli affitti brevi è una delle misure più discusse della manovra. Dal 2026 l’imposta sui redditi provenienti dalle locazioni turistiche passerà dal 21% al 26%.
Secondo il governo, l’obiettivo è spingere verso gli affitti di lungo periodo e contenere le distorsioni del mercato turistico, soprattutto nei grandi centri urbani.
All’interno della maggioranza il tema divide. La Lega considera il provvedimento sbagliato e penalizzante, soprattutto per chi investe nel settore dell’ospitalità, mentre Forza Italia si dice pronta a chiedere modifiche nel corso dell’esame parlamentare.
La misura ha suscitato l’irritazione di Forza Italia, che afferma di averla scoperta solo dopo la diffusione dei testi tecnici. “Non eravamo stati informati, lo abbiamo letto nelle bozze”, ha spiegato il portavoce azzurro Raffaele Nevi, giudicandola “una scelta profondamente sbagliata”.
Salvini si è espresso sul tema, e ha detto:
Non mi sembra un buon modo per sostenere la domanda interna e l’iniziativa privata.
Anche Confedilizia sottolinea che “se l’obiettivo è favorire le locazioni stabili, non si può punire chi sceglie gli affitti brevi”.
Secondo gli azzurri, la norma finirebbe per colpire soprattutto i piccoli proprietari e il turismo diffuso nei borghi, penalizzando chi integra il proprio reddito con gli affitti turistici.
Salvini e Tajani, il confronto sulle banche
Il tema caldo però è un altro. Sul prelievo bancario, infatti, la frattura tra gli alleati di maggioranza si acuisce. Salvini rilancia la sua linea:
Le banche fanno utili, è tornato a dire, penso possano dare un piccolo contributo di 5 miliardi per aiutare il consumo interno e i redditi delle famiglie. Se si lamentano ancora non saranno 5, ma 6 o 7 miliardi, perché è qualcosa che non si può sentire.
Immediata la replica di Antonio Tajani, che invita alla cautela:
Io non credo che si debba avere un atteggiamento punitivo. A parte che non c’è un solo partito al governo, ce ne sono tre; quindi, non è che uno decide per gli altri.
Sulla stessa linea si posiziona Fratelli d’Italia, che con il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami esclude nuovi prelievi sugli extraprofitti: l’obiettivo, spiega, è creare “condizioni di co-interesse”, con un abbassamento dell’aliquota massima dal 40 al 28 per cento.