Manovra 2025, più risorse alla sanità per assunzioni e aumenti di stipendi

Il ministro della Salute Schillaci assicura che nella Manovra 2025 ci saranno risorse sufficienti per nuove assunzioni e aumenti di stipendi nella sanità: destinato almeno il 7% del Pil.

Foto di Riccardo Castrichini

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 1 Ottobre 2024 19:56

Il governo guidato da Giorgia Meloni continua a lavorare alla Manovra 2025 che, tra indiscrezioni e conferme, comincia sempre più a prendere forma. Fondamentali, in tal senso, sono le dichiarazioni dei vari ministri dell’esecutivo che, a turno, espongono come il governo intenda muoversi nei rispettivi campi di rappresentanza. Ecco dunque che sul tema della sanità il ministro della Salute Orazio Schillaci ha assicurato che nella prossima Legge di Bilancio ci saranno le risorse necessarie a garantire un miglioramento del Servizio sanitario nazionale, con nuove assunzioni e aumenti di stipendio per i lavoratori del settore.

Assunzioni e aumenti di stipendio nella Manovra 2025

“Le risorse saranno sufficienti per andare incontro alle esigenze del personale”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci riferendosi alla Manovra 2025 nel corso del suo intervento alla presentazione del volume La persona anziana protagonista del suo tempo e della sua salute della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).

“Ho sempre detto – ha aggiunto il titolare del dicastero della Salute – che le risorse andranno alle nuove assunzioni e per pagare meglio chi sta e sceglie di rimanere nel Servizio sanitario nazionale”. Le parole del ministro lasciano dunque intendere che delle migliorie per i lavoratori attuali e potenziali del settore ci saranno, resta solo da comprendere quale sarà l’entità delle stesse e l’impatto che avranno sull’intero comparto.

Almeno il 7% del Pil per la sanità

Le ultime dichiarazioni del ministro Schillaci seguono quanto lo stesso aveva detto il mese scorso nel corso della rassegna culturale Mediterranea – La Civiltà Blu. L’esponente del governo Meloni aveva affermato di aver avuto un incontro con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e di aver parlato con lui di priorità più che di soldi.

“Ma è chiaro che la sanità è ormai al centro dell’agenda politica – aveva detto Schillaci – nessun governo può pensare di trascurare il tema della sanità. Io penso che anche nella Finanziaria ci sarà spazio”.

In quell’occasione, il ministro stesso aveva sottolineato la mancanza di fondi della sanità italiana, affermando quanto “il 7% del Pil sia il livello minimo sul quale ci dobbiamo attestare, però oltre ad avere più fondi, i fondi vanno spesi bene. Ed è impensabile non avere oggi come priorità la prevenzione”.

La riforma del Ssn

Le ultime dichiarazioni del ministro della Salute spingono a pensare che nella Manovra 2025 ci saranno le risorse necessarie alla tanto annunciata riforma del Ssn. Tale operazione ruota intorno a due principali tasselli:

  • la revisione della sanità territoriale e ospedaliera, nel rispetto degli obiettivi previsti dal Pnrr;
  • il riordino delle professioni sanitarie e dei compiti richiesti ai diversi professionisti, così come una ricalibrazione dei loro stipendi.

I lavoratori annunciano un nuovo sciopero

Le rassicurazioni del ministro della Salute Schillaci sembrano non placare, totalmente, l’ira dei sindacati dei lavoratori. Cgil e Uil, infatti, hanno indetto una nuova mobilitazione nazionale per sabato 19 ottobre a Roma che ha lo slogan Salario, salute, diritti, occupazione.  

I rappresentanti dei lavoratori chiedono al governo il rinnovo i tutti i contratti nazionali, oltre che l’innalzamento delle risorse nazionali destinate agli stessi.

“Il governo deve dare risposte ai lavoratori delle funzioni centrali, delle funzioni locali e della sanità”, dicono i segretari generali di Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa Serena Sorrentino, Rita Longobardi e Sandro Colombi che specificano anche la necessità che la sanità pubblica torni a garantire “cure universali e gratuite”.