Chi ha un piccolo capitale da parte e desidera investire nel lungo periodo si chiede quali strumenti di investimento scegliere. Tra questi ci sono i Pac che sono dei piani di accumulo di capitale grazie ai quali si può investire il proprio denaro un poco alla volta. Tale modalità dà la possibilità di gestire l’impegno preso e il rischio in modo graduale. Ecco dunque cosa sono più dettagliatamente e come funzionano.
Indice
Che cosa sono i Pac?
I Pac sono dei piani di accumulo del capitale che offrono la possibilità di effettuare un investimento poco alla volta senza la necessità che si abbiano cifre elevate.
Funzionano in questo modo: si versa una somma fissa a scadenze regolari, di solito ogni mese, e poi questi versamenti si sommano tra di loro e vengono investiti in fondi che possono contenere Etf, azioni, obbligazioni o altro. L’obiettivo è ovviamente quello di far crescere il capitale nel corso del tempo.
Così facendo l’investitore può ridurre l’impatto delle oscillazioni del mercato e beneficiare della capitalizzazione nel lungo periodo. Quest’ultimo è un meccanismo grazie al quale il risparmiatore può far crescere i propri risparmi in modo costante e progressivo. Con il Pac, infatti, non solo si investe del denaro periodicamente ma si sfrutta il fatto che quello che si guadagna resta investito e a sua volta produce un nuovo guadagno. Tale effetto di chiama interesse composto.
La capitalizzazione è efficace, però, soprattutto nel periodo medio-lungo in quanto più tempo passa, maggiore è la possibilità che i rendimenti si accumulino. Anche dei versamenti di piccole cifre se effettuati con costanza possono produrre una bella sommetta grazie a tale meccanismo. Qualora si voglia ottenere il massimo da un Pac, l’ideale sarebbe iniziare presto e mantenere regolarità nei versamenti.
Ecco un esempio:
immaginiamo di voler nvestire 100 euro al mese per 30 anni e che l’inflazione sia uguale a zero. Alla fine di tale periodo i soldi messi da parte sono 36.000 euro. Il capitale finale, però, non sarà dato solo dalla somma dei versamenti in quanto le rate investite potrebbero essere cresciute nel tempo grazie agli investimenti effettuati.
Pac volontari e automatici
I Pac si dividono in base alla loro composizione e a come sono creati. Ci sono quelli volontari nei quali l’investitore crea il piano di accumulo decidendo quale cifra versare ogni mese e quali asset aggiungere.
Inoltre esistono quelli automatici per i quali ci si affida a società di gestione o alla banca che ogni mese versano in automatico il denaro in uno strumento finanziario.
Diversificare è importante
I Pac si possono considerare come dei salvadanai intelligenti perché chi li sceglie deciderà in anticipo quale sarà la somma da versare e con quale frequenza in modo da creare un piano di risparmio su misura. Come altri investimenti, però, anche i piani di accumulo hanno dei rischi in quanto rendimenti più alti, corrispondono a un grado di rischio maggiore. Proprio per questo è importante informarsi con attenzione e scegliere dei fondi sodi e ben gestiti.
Per far crescere al meglio i propri risparmi in modo equilibrato, diversificare è sicuramente la scelta migliore. Non si dovrebbe mai concentrare tutto il capitale in un unico settore o strumento ma distribuire il denaro in più tipologie di investimento perché così si ridurrà l’impatto delle oscillazioni del mercato. Qualora un comparto dovesse attraversare un periodo difficile, infatti, le eventuali perdite potrebbero essere compensate da buone performance in altri settori.
Anche Warren Buffet, il guru della finanza, ha sempre raccomandato di diversificare gli investimenti per diluire i rischi e costruire allo stesso tempo un capitale più solido.
Come si investe in un piano di accumulo (Pac)
Per investire in un Pac è importante avere chiari quali sono i propri obiettivi, qual è il budget e il livello di rischio che si vuole correre.
L’attivazione può avvenire mediante:
- la propria banca;
- l’aiuto di un consulente di fiducia;
- rivolgendosi a piattaforme o intermediari finanziari come Moneyfarm, Tinaba, Fineco, solo per citarne alcune.
È importante poi avere un conto corrente in quanto i versamenti automatici vengono prelevati da quest’ultimo, stabilire la cifra che si vuole versare, anche piccola, e iniziare a effettuare i pagamenti mensili.
Il meccanismo può essere il seguente: si possono ad esempio investire 1.000 euro all’inizio e poi aggiungere 50 euro ogni mese oppure solo 50 euro ogni mese senza un capitale iniziale. La cosa importante è che l’investimento mensile non sia troppo alto cosicché si possa mantenere nel tempo. La costanza, infatti, è il punto di forza del Pac.
Nel caso si scelga di aprire un Pac con Poste Italiane, ad esempio, si dovranno seguire questi step:
- scegliere l’eventuale importo del versamento iniziale che dovrà essere di almeno 50 euro;
- scegliere l’importo dei versamenti successivi che dovranno essere di 50 euro o multipli di questa cifra;
- stabilire la cadenza dei versamenti ovvero mensile, bimestrale, trimestrale o semestrale;
- stabilire la durata del piano che potrà essere di minimo 1 anno e massimo 12 anni;
- scegliere il fondo o i fondi sui quali attivare il piano;
- scegliere il libretto di risparmio postale nominativo o il conto BancoPosta sul quale attivare l’addebito automatico delle rate.
Le commissioni
Che si decida di aprire un Pac mediante l’ausilio di una banca o di un robo advisor (piattaforma online che gestisce gli investimenti in modo automatico) è importante sapere che ci sono dei costi da sostenere. I principali sono quelli:
- di sottoscrizione;
- di gestione;
- di negoziazione.
Le commissioni di negoziazione sono i costi fissi che vengono applicati a ogni versamento per cui non dipendono dalla cifra che si investe. Proprio per tale motivo possono pesare molto se l’importo mensile è basso.
Se ad esempio si decide di versare 100 euro al mese e la commissione fissa è di 5 euro, il guadagno finale si ridurrà nel lungo periodo. Il peso sarà invece minore sull’investimento complessivo se si verseranno invece 500 euro.
Nel caso in cui si abbiano pochi soldi, il consiglio è quello di effettuare versamenti meno frequenti come ad esempio quelli trimestrali in modo tale da pagare meno commissioni e destinare una parte maggiore del denaro investito per far crescere il proprio capitale.