Gran Bretagna in recessione, aumentano le tasse. La Brexit è un lontano ricordo

Il Regno Unito è ufficialmente in recessione. Lo ha formalizzato il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, illustrando al Parlamento britannico la finanziaria d'autunno.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

La Brexit, con tutto il suo carico retorico sullo sganciamento dai vincoli di Bruxelles e la ritrovata libertà di manovra, sembra già un ricordo sbiadito. Se l’Europa intera è in chiara difficoltà, il Regno Unito è ufficialmente in recessione. Lo ha formalizzato il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, illustrando al Parlamento britannico la finanziaria d’autunno anti crisi del governo Tory di Rishi Sunak.

Numeri simili a quelli dell’Italia

I numeri, comrese le previsioni per i prossimi due anni, non sono lontani da quelli che riguardano l’Italia. Hunt ha indicato una stima di contrazione del Pil britannico pari all’1,4% nel 2023, ma con un rallentamento della tendenza negativa grazie alle misure della manovra, con una previsione di ritorno alla crescita (dell’1,3%) nel 2024 e del 2,6 e 2,7% nei due anni successivi. A fine 2022 la crescita legata al rimbalzo post Covid viene intanto rivista dal 3,8% indicata a marzo a un più 4,2%.

Il Regno Unito avrà un’inflazione del 9,1% a fine 2022 per scendere al 7,4 nel 2023. In totale le misure attese mirano a coprire circa 54 miliardi di potenziale buco nel bilancio pubblico, per 55% con tagli di spesa in parte spalmati nel futuro e un 45% d’incremento delle tasse. Hunt ha parlato della stabilità finanziaria come una priorità.

Unica via, alzare le tasse

Il cancelliere dello Scacchiere ha annunciato, presentando la finanziaria d’autunno ai Comuni, l’atteso rialzo delle tasse nel Regno Unito, insieme a un taglio alla spesa pubblicata, e confermato i 55 miliardi di sterline circa a copertura del buco potenziale nelle finanze.

Di questi il 45% riguarda aumenti fiscali e il 55% tagli di spese spalmati nei prossimi anni. Fra le misure pià importanti, viene ridotta la soglia che fa scattare l’aliquota di reddito più alta del 45% dalle attuali 150 mila sterline a 125 mila, così più contribuenti la pagheranno.