Auto, in Giappone l’indagine sui test di sicurezza falsati si allarga a Toyota, Honda, Mazda e Suzuki

Test di sicurezza falsati anche per le auto Toyota, Honda, Mazda e Suzuki vendute in Giappone: i modelli coinvolti dal procedimento del ministero.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Si estende lo scandalo scoppiato in Giappone in merito ai test di sicurezza falsati da parte di alcune importanti case automobilistiche e, dopo Daihatsu, finiscono nella bufera anche Toyota, Honda, Mazda e Suzuki. Tutte queste aziende sono state costrette dal ministero dei Trasporti giapponese a sospendere la vendita di diversi veicoli di loro produzione nel Paese dopo aver ammesso la presenza di irregolarità nella realizzazione dei test di sicurezza e prestazione.

Giappone, lo scandalo sui test di sicurezza

Lo vicenda dei test di sicurezza in Giappone era iniziata lo scorso anno quando la Daihatsu aveva ammesso di aver manomesso alcuni dati nelle richieste di certificazione di migliaia di veicoli prodotti per conto della casa madre Toyota. A essere stati truccati erano nello specifico i dati relativi ai test atti a garantire la sicurezza dei veicoli messi in vendita.

Il governo giapponese ha dunque esteso la propria indagine per verificare la presenza di ulteriori irregolarità, riscontrando una situazione quanto mai spiacevole. Anche altre case automobilistiche nazionali, infatti, hanno commesso delle irregolarità nelle procedure di certificazione: si tratta di Toyota, Honda, Mazda e Suzuki. A questi brand è stato per il momento impedito di vendere i veicoli interessati in Giappone.

Test di sicurezza falsati, il caso Toyota

Per quanto riguarda Toyota Motor, dei funzionari del ministero dei Trasporti giapponese hanno ispezionato la sede centrale della società dopo che l’azienda ha ammesso di avere ottenuto impropriamente le certificazioni di qualità di alcuni suoi veicoli. Sono sette in totale i modelli Toyota che hanno ricevuto una designazione di tipo impropria per la produzione di massa, con il totale dei veicoli coinvolti che è pari a 1,7 milioni prodotti dal 2014 fino ad aprile 2024. A quanto si apprende dalla casa automobilistica stessa, al momento nessuno dei modelli interessati sarebbe in circolazione in Italia. I modelli interessati sono:

  • Corolla Fielder;
  • Corolla Axio;
  • Yaris Cross (non per quanto riguarda il modello commercializzato in Europa, con la produzione che in questo caso avviene in Francia);
  • Crown (fuori produzione);
  • Isis (fuori produzione);
  • Sienta (fuori produzione);
  • Lexus RX (fuori produzione).

Il presidente della Toyota Motor, Akio Toyoda, ha così commentato quanto accaduto: “Abbiamo trascurato il processo di certificazione e prodotto in serie le nostre auto senza aver prima preso le dovute precauzioni. Per questo chiediamo scusa ai nostri clienti e a tutti gli appassionati di automobili”. Nonostante le irregolarità riscontrate, Toyota ha reso noto che verifiche interne hanno permesso di confermare il rispetto di tutte le norme di sicurezza per i veicoli interessati, con i test falsati che avrebbero dunque riguardato soltanto l’uso di dati inadeguati o vecchi nelle prove di collisione e l’errata verifica del corretto funzionamento degli airbag, così come dei danni ai sedili posteriori in caso di incidente.

I modelli Mazda, Honda e Suzuki con test di sicurezza falsati

In casa Mazda i modelli coinvolti dalla manipolazione dei test di sicurezza sono:

  • Mazda 6;
  • Mazda 2;
  • Roadster RF;
  • Atenza (fuori produzione);
  • Axela (fuori produzione).

Nel caso di Suzuki le irregolarità sono state riscontrate nei modelli Alto prodotti tra il 2014 e il 2017, mentre per quanto riguarda Honda sono interessati tutti veicoli ormai fuori produzione.