La Bce torna a benedire l’ipotetica fusione fra UniCredit e Commerzbank e lo fa per bocca del vicepresidente Luis de Guindos Jurado. “A mio parere un approccio europeo dovrebbe prevalere su quelli nazionali. È così che dovrebbe procedere l’integrazione”, ha spiegato de Guindos. Entro un paio di mesi la Bce passerà dalle parole ai fatti, esprimendo il suo parere sugli aspetti di vigilanza della possibile fusione UniCredit-Commerzbank.
Perché la Bce è favorevole alla fusione
“A mio avviso, un approccio pro-europeo all’integrazione dell’economia, del sistema bancario e dei mercati dei capitali dovrebbe prevalere per tutti gli aspetti in questione, inclusa la riforma del Mes“, ha aggiunto de Guindos parlando con l’Ansa e lanciando una stoccata all’Italia, unico Paese dell’Europa a 27 a non avere firmato la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, “ostacolando il rafforzamento della rete di sicurezza per i salvataggi bancari”.
Già a settembre de Guindos aveva esternato l’apertura della Bce all’accordo fra UniCredit e Commerzbank: “Siamo sempre stati a favore delle fusioni transfrontaliere. Ogni volta che se ne verifica una, emergono tipicamente preoccupazioni nazionali”, aveva dichiarato durante una conferenza a Madrid commentando le perplessità di Berlino, che settimana dopo settimana sono montate in aperta ostilità. “La cosa importante – aveva aggiunto – è quanto la fusione sia adeguata dal punto di vista del modello di business”.
Se Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, riuscisse a mettere a segno la fusione con Commerzbank, l’operazione porterebbe alla nascita della più grande banca della Germania, un titano del credito ancora più importante di Deutsche Bank in termini di fatturato, capace di tenere testa ai grandi istituti americani e cinesi. È proprio questa la linea sposata dalla Bce su tutti i fronti, dalle banche alla finanza, dalle assicurazioni all’industria. Per l’Istituto di Francoforte, l’Unione europea deve superare l’epoca dei nazionalismi e degli interessi di parte o non riuscirà a tenere testa alle sfide del mercato globale.
Commerzbank prende tempo
Bettina Orlopp, nuova Ceo di Commerzbank, intanto rifiuta le avances di UniCredit. Il “nein” all’ipotesi di fusione viene motivato con il mancato completamento dell’Unione bancaria in Europa e con l’assenza dell’Edis, lo schema comune Ue di garanzia sui depositi. In mancanza di tali elementi considerati imprescindibili, ha dichiarato Orlopp a The Banker, la fusione UniCredit-Commerzbank è impossibile.
La mossa di Orcel per proteggere UniCredit
UniCredit attualmente detiene una quota di Commerzbank pari al 21%. Considerato lo stallo nelle trattative, Andrea Orcel ha attivato derivati per proteggere la propria banca dalle fluttuazioni del titolo tedesco. Tale mossa permette a UniCredit di mantenere l’opzionalità sulla partecipazione e di gestire la partita sul lungo periodo.
Berlino contro la fusione
Intanto il governo tedesco starebbe valutando l’inasprimento delle norme sulla trasparenza per ostacolare la fusione. Berlino vuole scongiurare ad ogni costo l’eventualità che in un prossimo futuro le decisioni strategiche che riguardano Commerzbank vengano prese a Milano. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz definì “attacchi non amichevoli” e “acquisizioni ostili” le mire di UniCredit sulla banca tedesca. Il ceo di UniCredit Andrea Orcel ha “confermato l’interesse” per Commerzbank “ma anche la volontà di non andare in conflitto con il governo tedesco”.