PIL acquisito 2024, mini revisione al rialzo. Ma i consumi soffrono

I dati diffusi dall'Istat accolti con cautela dalle associazioni: i commenti

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Redazione

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Pubblicato: 5 Marzo 2024 14:38

La crescita si consolida leggermente, ma i consumi non ripartono. L’Istat ha comunicato oggi che nel quarto trimestre del 2023 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nei confronti del quarto trimestre del 2022.

PIL, mini revisione positiva

Riguardo ai principali aggregati della domanda interna, sono in diminuzione rispetto al trimestre precedente i consumi finali nazionali dello 0,9%, mentre gli investimenti fissi lordi crescono del 2,4%, le importazioni dello 0,2% e le esportazioni dell’1,2%.

Dati accolti dalle associazioni con cautela: “Gli ultimi tre mesi dell’anno fanno registrare una frenata della spesa delle famiglie, che diminuisce di circa 4 miliardi di euro rispetto al trimestre precedente” così l’Ufficio Economico Confesercenti commenta i conti economici del periodo ottobre-dicembre 2023 diffusi oggi dall’Istat.

Le rilevazioni dell’Istituto di statistica indicano un lieve consolidamento della crescita economica rispetto all’anno precedente, con una variazione tendenziale del PIL rivista al rialzo dallo 0,5 allo 0,6%. Il punto focale, però, rimane purtroppo la variazione negativa (-1,4%) rispetto al trimestre precedente della spesa delle famiglie.

Ma consumi soffrono

Un dato che dimostra che la dinamica dei consumi non sta ancora beneficiando dell’arretramento dell’inflazione, iniziato proprio ad ottobre dello scorso anno. Seppur in presenza di un miglioramento sul fronte dei prezzi, infatti, le famiglie non sono state in grado di aumentare la spesa, anche perché stanno ricostituendo i livelli di risparmio erosi negli ultimi due anni per sostenere i livelli di consumi.

Uno scenario che ha generato un Natale e finale d’anno decisamente sottotono per i consumi e quindi anche per il commercio, il cui valore aggiunto cala di 0,4 punti rispetto ai tre mesi precedenti, la seconda variazione negativa nell’anno. Per uscire da questa situazione, è necessario intervenire per restituire risorse alle famiglie, accelerando sul percorso

I commenti delle associazioni

L’Unione Nazionale Consumatori parla di “dato grave e preoccupante. L’Istat attesta che la spesa delle famiglie residenti ha sottratto ben 0,8 punti percentuali alla crescita del Pil e che rispetto al terzo trimestre il crollo è stato dell’1,4%” , come sottolinea il Presidente Massimiliano Dona.  

“L’Italia non può crescere oltre lo zero virgola fino a che le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese, con le tasche svuotate da prezzi che, pur essendo astronomici, non accennano a scendere e da bollette della luce e del gas che, per quanto siano inferiori ai picchi del quarto trimestre 2022, restano bollenti. I consumi delle famiglie residenti rappresentano da sempre circa il 60% del Pil, secondo il dato di oggi il 58,1%. Se le famiglie non spendono, i commercianti non vendono e le imprese non producono. Insomma, o si ridà capacità di spesa alle famiglie, ad esempio riabbassando l’Iva sul gas, o non si va da nessuna parte” conclude Dona.

“Pessimo segnale”

Il forte calo della spesa da parte delle famiglie italiane “è indubbiamente un pessimo segnale per l’economia italiana”. Lo afferma il Codacons, commentando i dati Istat sui Conti economici trimestrali.

Nell’ultimo trimestre del 2023 “la spesa delle famiglie ha registrato una sensibile frenata, con una riduzione in termini congiunturali dell’1,2% – spiega il Codacons – Un calo che avviene proprio in concomitanza con il paniere trimestrale anti-inflazione voluto dal Governo, e che avrebbe dovuto sostenere i consumi e la spesa dei cittadini. Una iniziativa che, evidentemente, non ha prodotto gli effetti sperati.

Come dimostrato anche dai dati sulle vendite al dettaglio, il caro-prezzi che ha imperversato nel 2023 ha avuto impatti diretti sui consumi delle famiglie, portando ad una costante riduzione della spesa che il Governo farebbe bene a contrastare attraverso misure davvero efficaci e volte a tutelare il potere d’acquisto degli italiani”,  conclude il Codacons.