Mercato globale bond: arrivano i titoli di stato indiani

Con l'inserimento nell'indice globale JPMorgan Government Bond Index-Emerging Markets si apre agli investitori internazionali un mercato da 1,3 trilioni di dollari

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Redazione

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Il mercato finanziario indiano è ora completamente accessibile, grazie all’inclusione dei titoli di stato in uno dei maggiori indici globali del mercato obbligazionario. Mentre le azioni delle società indiane sono state incluse nei principali indici dei mercati emergenti già da tempo – spiega  Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm lo stesso non si poteva dire per i titoli di Stato. L’ostacolo alla diffusione internazionale era perlopiù valutario, in quanto  l’India non emette obbligazioni denominate in valuta estera e la sottoscrizione dei titoli in rupie è stata storicamente preclusa agli investitori stranieri.

La volta della pandemia

La pandemia ha cambiato le carte in tavola. La necessità di finanziare il pacchetto di stimoli varati dal governo per far fronte all’emergenza sanitaria, infatti, ha dato il via ad un percorso di progressiva apertura del mercato dei titoli di Stato indiani agli investitori non domestici.

Una decisione legata anche alla necessità di finanziare un’economia che vanta il tasso di crescita più alto a livello globale.

L’inclusione nell’indice JP Morgan

Ed è così che l’India ha capito che, per accedere ad un mercato dei capitali più grandi, doveva aprirsi ai mercati internazionali. Un percorso culminato con il debutto dei titoli di Stato indiani in un indice obbligazionario globale, il JPMorgan Government Bond Index-Emerging Markets. Una prima assoluta per i bond sovrani indiani, che saranno inclusi nell’indice gradualmente; l’inclusione nell’indice avverrà nell’arco di 10 mesi, con un peso di circa l’1% al mese fino a raggiungere un massimo del 10%.

Un grande traguardo

Si tratta di un traguardo significativo non solo per l’India, ma anche per gli investitori – spiega ancora l’analista di Moneyfarm -. che da oggi in poi avranno accesso a un mercato (il debito pubblico indiano) da 1.300 miliardi di dollari, che ultimamente ha offerto alcuni dei rendimenti più elevati tra i suoi pari.

In più, il maggior livello di diversificazione dell’indice sarà funzionale a per la prima volta in assoluto all’interno di e dell’estromissione dei titoli russi dalle contrattazioni dopo l’invasione dell’Ucraina.

Essere inclusa nel più grande indice obbligazionario dei Paesi Emergenti consentirà all’India di raggiungere un numero maggiore di investitori, quindi di raccogliere più fondi e ridurre il costo medio del finanziamento. Secondo le stime di Goldman Sachs, questa mossa sarà in grado di incrementare gli investimenti globali nel debito pubblico indiano di ben 40 miliardi di dollari, portando a un calo dei rendimenti e rafforzando la rupia. Tuttavia, l’aumento dei flussi esteri potrebbe avere anche qualche controindicazione, come ad esempio rendere più volatili i mercati obbligazionari e valutari del Paese, ponendo nuove sfide al governo e alle istituzioni monetarie indiane.