Lusso, Hermes sorpassa LVMH: cosa aspettarsi nell’era dei dazi?

La casa di moda fondata da Bernard Arnault è crollata a 244 miliardi di capitalizzazione, cedendo il passo a Hermes che vale quasi 247 miliardi. Ma come cambiano le prospettive di utile delle due big del lusso?

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Redazione

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Pubblicato: 16 Aprile 2025 09:23

C’è fermento nel settore del lusso dopo che Prada ha rilevato Versace per 1,25 miliardi di euro ed Hermès, una delle più antiche case di moda francesi, ha effettuato il “sorpasso” in Borsa, in termini di capitalizzazione, sulla storica rivale LVMH, la maison di Louis Vuitton, appartenente ala famiglia Arnault. Un sorpasso che, in realtà, è stato determinato dalla caduta delle quotazioni di LVMH, dopo i deludenti dati delle vendite annunciate dalla big del lusso.

Il “sorpasso” in Borsa

LVMH ha chiuso ieri gli scambi, alla Borsa di Parigi, a 488,65 euro per azione, in ribasso del 7,8% su base giornaliera e del 23% da inizio anno, con una capitalizzazione di 244 miliardi di euro, circa la metà del picco di 500 miliardi toccato nel periodo post pandemia.

Una performance che paga i deludenti dati delle vendite annunciati dalla casa di moda francese, che sta sentendo le ripercussioni della difficile congiuntura economica e gli effetti anticipati dei dazi annunciati da Trump. La società ha annunciato proprio ieri un calo delle vendite del 3% nel 1° trimestre, a causa della performance negativa dei settori abbigliamento (-5%) ed alcolici (-9%).

La connazionale Hermes, invece, ha concluso gli scambi in buona tenuta a 2.355 euro per azione, per una capitalizzazione di quasi 247 miliardi di euro, superiore a quella di LVMH. Anche la performance da inizio anno (+1,5%) evidenzia una discreta tenuta, forse anche per il costo maggiore del titolo, che lo blinda da oscillazioni eccessive giornaliere.

Ma cosa aspettarsi nel prossimo futuro?

La guerra dei dazi avviata da Trump rende lo scenario futuro pieno di ombre e difficile da scrutare. Ad ogni modo, salvo ripercussioni temporanee, gli analisti ritengono che le due big della moda riusciranno a battere la congiuntura. Kevin Thozet, membro del comitato d’investimento di Carmignac, analizza l’andamento del settore del lusso in questa stagione delle trimestrali e confronta le prospettive con l’andamento di Walmart, che in buona approssimazione rappresenta il settore die beni di largo consumo.

LVMH: la “pioniera”

LVMH è stata la prima azienda del settore del lusso a pubblicare i risultati trimestrali, che sono stati inferiori alle attese,  a causa della contrazione della domanda da parte dei consumatori americani, giapponesi e, in misura minore, cinesi.  Questo “risultato poco positivo” non lascia ben sperare per il resto dell’anno, per la natura stagflazionistica delle politiche di Trump e l’indebolimento del dollaro. Il consensus indicava utili in crescita a un tasso del +12% rispetto al -3% registrato nel primo trimestre, ma questo scenario appare sempre meno probabile e si ritiene che le vendite registrino invece una crescita piatta o molto bassa a una cifra. LVMH potrebbe sempre ridurre i costi, ma l’impatto sarebbe limitato, perché la gran parte dei costi (affitti e personale) appaiono incomprimibili nel breve e non in linea con la cultura dell’azienda (licenziamenti).

Hermès: la “prima della classe”

Nel 2024, mentre il settore mostrava segnali di debolezza, Hermès è riuscita a invertire la tendenza, a ottenere risultati nettamente superiori, con un aumento del fatturato annuo del 13%, un ritmo simile a quello degli ultimi 10 anni. La casa di moda ha raramente “mancato” l’obiettivo (solo una volta negli ultimi sei anni), tuttavia, dopo un quarto trimestre 2024 eccezionale e di domanda estremamente elevata, è probabile che le scorte siano diminuite. Hermès sembra dunque destinata a registrare il trimestre con la crescita organica più debole dal periodo della pandemia. La buona notizia è che si prevede comunque una crescita medio-alta a una cifra, ma un consensus a +8,7% appare agli analisti ancora  troppo ottimistico, data la congiuntura. Ne consegue che Hermès dovrebbe cavarsela meglio dei competitor, grazie ad una crescita trainata più dall’offerta che dalla domanda.

Lanciarsi sui beni di largo consumo?

Per quanto riguarda l’altro segmento del settore dei consumi – i beni di prima necessità – il settore del lusso può servire da monito per coloro che si chiedono come ridurre il rischio di portafoglio. Molti investitori hanno provato a puntare sui titoli del lusso, intravedendo una potenziale ripresa degli utili, visto che il settore appariva sottovalutato, ma “inseguire” i titoli del settore dei beni di consumo primari, come Walmart, potrebbe rivelarsi altrettanto rischioso.

“Nonostante l’attuale incertezza a livelli record i mercati stanno dimostrando una notevole efficienza. Afferrare un coltello che cade non è mai semplice: per questo, è fondamentale puntare su titoli con prospettive di crescita elevate e regolari, e che quindi tendono a resistere meglio in caso di moderata flessione”

conclude l’analista di CarmIgnac.