Il 2025 delle materie prime: opportunità o rifugio?

Una analisi di Albert Chu, gestore di risorse naturali di Man Group, mette in luce una serie di aspetti positivi che potrebbero spingere in alto le commodities

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 1 Febbraio 2025 10:00

L’anno appena iniziato nasce all’insegna dell’incertezza sotto ogni profilo, per il cambio di passo innescato dalla nuova Amministrazione Trump: per gli effetti che politiche più protezioniste avranno sul commercio e sull’economia mondiale e per l’impatto inflazionistico di una politica economica in deficit. In questo quadro, di fronte ad un dollaro forte e ad un azionario USA che tira la volata sull’equity europeo, si intravedono alcune opportunità per il mercato delle materie prime, che può rispondere a questa incertezza sia per la caratteristica di investimento rifugio sia come catalizzatore della crescita economica, specie in alcuni specifici settori. E’ quanto emerge da una analisi di Albert Chu, gestore di risorse naturali di Man Group, società di gestione e ricerca quotata alla Borsa di Londra.

Dai preziosi una protezione contro l’incertezza (e non solo…)

L’oro e l’argento rimarranno l’ultima protezione contro la crisi. Entrambi i metalli – sipega l’analista di Man – hanno registrato un’impennata nel 2024. Il prezzo dell’oro è salito di quasi il 30% e quello dell’argento di oltre il 20%, con gli investitori che hanno cercato investimenti rifugio in un contesto di tagli dei tassi d’interesse, di escalation dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina e di ritorno dell’amministrazione Trump, che ha riacceso i timori di una guerra commerciale con la Cina.

L’argento – afferma Chu – è destinato a beneficiare non solo del suo ruolo storico di copertura del portafoglio, ma anche delle sue applicazioni industriali in settori come l’energia solare e l’elettronica.

In tale senso, le azioni di società minerarie che estraggono oro e argento offrono un’opportunità d’investimento interessante. Se è vero che le azioni aurifere sono rimaste indietro rispetto all’oro per diversi anni, gli investitori dovrebbero ricordare che, in mercati rialzisti per l’oro, i titoli auriferi spesso sovraperformano la materia prima sottostante.

L’assist delle banche centrali

Il rally dell’oro degli ultimi anni è stato unico, con le banche centrali che hanno acquistato oro fisico per diversificare i propri investimenti rispetto al dollaro USA, anche se i tassi di interesse stavano salendo. D’altro canto, i flussi di oro “di carta” (cioè i contratti future negoziati sui mercati regolamentati) sono stati costantemente negativi dopo il 2020. Questa tendenza si è mantenuta fino al 2024, quando i tassi hanno iniziato a scendere e i flussi hanno iniziato a tornare sul mercato dell’oro “di carta”.

Secondo l’esperto questo potrebbe essere un potenziale catalizzatore per la ripresa delle azioni dei metalli preziosi dalla loro relativa sottoperformance.

Una view di lungo periodo per il rame

Il rame, invece, racconta una storia a più lungo termine. La debolezza dello scorso anno, dovuta alle insufficienti misure di stimolo della Cina e al rallentamento del settore manifatturiero globale, ha mascherato la domanda strutturale che sta alla base del metallo. Il rame è essenziale per tutto, dalle infrastrutture per le energie rinnovabili al consumo energetico legato all’intelligenza artificiale. Man mano che il mondo si muove verso l’elettrificazione e la modernizzazione delle reti, il ruolo del rame diventa sempre più critico.

Una ripresa dell’attività manifatturiera o una ricostituzione delle scorte cinesi nel 2025 potrebbero dunque innescare un rally significativo del metallo rosso.

Energetici a due velocità: privilegiato il gas

Per quanto riguarda il resto delle materie prime, lo scenario è misto. Il gas naturale ha chiuso il 2024 con una nota positiva, grazie al clima più freddo. Le prospettive a lungo termine per il gas naturale nordamericano sono promettenti: i nuovi impianti di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) consentono di spedire il gas in eccesso per soddisfare la forte domanda dei mercati globali.

Il greggio, invece, ha avuto delle difficoltà per effetto di un’offerta eccessiva e di una domanda tiepida, con le tensioni geopolitiche che non sono riuscite a perturbare i mercati in modo significativo.

Le fonti rinnovabili e l’energia elettrica rimangono interessanti nonostante i rischi politici, sotto la spinta dell’accelerazione dell’adozione dell’intelligenza artificiale e della crescente urgenza legata alla scarsità di energia.