Settimana positiva per i mercati azionari europei, mentre rimangono indietro gli indici statunitensi e asiatici che sono stati appesantiti dalle vendite sul settore tecnologico. I listini hanno registrato una buona prestazione nella seduta odierna, accelerando nel pomeriggio dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha aperto la porta a un possibile taglio dei tassi al prossimo meeting della Fed a settembre, citando rischi crescenti per il mercato del lavoro, anche se non si è impegnato esplicitamente in tal senso.
La seduta odierna
Tra i listini europei performance modesta per Francoforte, che mostra un moderato rialzo dello 0,29%, incolore Londra, che non registra variazioni significative, rispetto alla seduta precedente, e resistente Parigi, che segna un aumento dello 0,40%.
Aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,69%; sulla stessa linea, giornata di guadagni per il FTSE Italia All-Share, che termina la giornata a 45.908 punti. Sale il FTSE Italia Mid Cap (+0,94%); sulla stessa linea, positivo il FTSE Italia Star (+1,29%).
Tra i best performers di Milano, in evidenza STMicroelectronics (+4,67%), Stellantis (+4,23%), Azimut (+2,97%) e Prysmian (+2,61%). Tra i protagonisti del FTSE MidCap, WIIT (+3,64%), Banca Generali (+3,55%), OVS (+3,19%) e Zignago Vetro (+2,89%).
Le parole di Powell
“Sebbene il mercato del lavoro sembri essere in equilibrio, si tratta di un curioso tipo di equilibrio che deriva da un marcato rallentamento sia dell’offerta che della domanda di lavoratori. Questa situazione insolita suggerisce che i rischi al ribasso per l’occupazione stanno aumentando. E se tali rischi si materializzano, possono farlo rapidamente”, ha detto Powell a Jackson Hole. “È anche possibile, tuttavia, che la pressione al rialzo sui prezzi dovuta ai dazi possa innescare una dinamica inflazionistica più duratura, e questo è un rischio da valutare e gestire”, ha aggiunto.
“La stabilità del tasso di disoccupazione e di altri indicatori del mercato del lavoro ci consente di procedere con cautela nel valutare modifiche al nostro orientamento politico – ha evidenziato il presidente della Fed – Ciononostante, con la politica in territorio restrittivo, le prospettive di base e il mutevole equilibrio dei rischi potrebbero giustificare un adeguamento del nostro orientamento politico”, ha affermato Powell, osservando che, sebbene si preveda che i dazi faranno aumentare i prezzi, lo scenario di base prevede che tale impatto sull’inflazione si attenuerà.
I commenti di Powell aprono la strada a un taglio dei tassi nella riunione della Fed del 16-17 settembre, ma saranno fondamentali i dati in uscita prima di quella data. Il prossimo report mensile sull’occupazione sarà pubblicato il 5 settembre, mentre i dati sui prezzi al consumo e alla produzione saranno pubblicati la settimana successiva.
I dati odierni
Sul fronte macroeconomico, in Giappone l’inflazione di luglio ha rallentato a +3,1% a/a da +3,3% grazie all’energia, ma il livello rimane ben superiore al target della BoJ (2%). In Germania il PIL 2° trimestre è stato rivisto al ribasso (-0,3% t/t da -0,1%) a causa di un netto calo degli investimenti (-1,4% t/t) e di un minimo supporto dei consumi (+0,1%).
La crescita dei salari negoziati nella zona euro ha riaccelerato al 3,95% nel secondo trimestre del 2025, rispetto al 2,46% dei tre mesi prima, secondo i dati della Banca centrale europea (BCE). Il dato, comunque ancora al di sotto del picco del 5,37% registrato nel terzo trimestre dello scorso anno, probabilmente manterrà la BCE cauta nel valutare una possibile ripresa dei tagli dei tassi di interesse a settembre.
I dati PMI
I dati macroeconomici principali di questa settimana sono stati i report PMI di agosto. Nell’area euro, il report ha mostrato che il settore manifatturiero ha registrato una crescita per la prima volta da giugno 2022. Il PMI manifatturiero ha superato la soglia dei 50 punti, con un rialzo superiore alle attese, passando da 49,8 a 50,5, sfidando le aspettative di un calo a 49,5. L’aumento è dovuto sia alla Francia che alla Germania. Allo stesso tempo, il PMI dei servizi è sceso da 51,0 a 50,7, come previsto.
Anche negli Stati Uniti gli indici PMI di agosto hanno superato le aspettative, con il settore manifatturiero in aumento a 53,3 (consensus a 49,7) da 49,8, mentre i servizi sono leggermente scesi a 55,4 (consensus a 54,2) da 55,7. L’aumento del settore manifatturiero è stato trainato dall’aumento dei nuovi ordini, dell’occupazione e degli indici di produzione, con l’indice di produzione che ha raggiunto il livello più alto in oltre tre anni, a indicare dati complessivamente molto positivi.
I dati del PMI del Regno Unito sono stati migliori del previsto, come negli Stati Uniti e nell’area euro, con l’indice composito in aumento a 53,0 da 51,5, trainato da una performance del settore dei servizi molto migliore del previsto.